Coronavirus. La KEK chiama a rimanere uniti

La presidenza della Conferenza delle chiese europee (KEK) ha diramato un comunicato in riferimento all’epidemia di coronavirus chiedendo alle chiese di pregare e rimanere unite

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Roma (NEV), 21 marzo 2020 – La presidenza della Conferenza delle chiese europee (KEK) – Christian Krieger (Presidente, Chiesa protestante riformata d’Alsazia e Lorena), Guli Francis-Dehqani (Vice-Presidente, Chiesa d’Inghilterra) e il Metropolita Cleopas di Svezia e di tutta la Scandinavia (Vice-Presidente, Patriarcato Ecumenico) – ha diramato nella giornata di ieri un comunicato in riferimento all’epidemia di coronavirus chiedendo alle chiese di pregare e rimanere unite.

“Gettate su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi.” (1 Pietro 5,7) è il versetto che la KEK ha scelto per guidare la riflessione.

“Mentre ci prepariamo, come comunione di chiese europee, a combattere il COVID-19, riaffermiamo la nostra comune fede cristiana basata sulla certezza che la vita è più forte della morte, che Gesù Cristo ha vinto la morte e la paura di essa. La nostra fede ci tiene uniti, questa è la nostra forza” scrive la presidenza della KEK che prosegue pregando per “la guarigione dei malati, delle anime dei defunti, e per il coraggio e la forza delle famiglie delle vittime, e affinché il nostro isolamento volontario si trasformi in vera comunione”.

La KEK raccomanda che le misure di isolamento non si trasformino in una perdita di contatti: “abbiamo bisogno di distanze fisiche, ma abbiamo anche bisogno di solidarietà sociale. Troviamo il modo di parlare tra di noi, di confortare chi ne ha bisogno e di stare con chi si sente solo. Pensiamo l’uno all’altro e rimaniamo in contatto con i nostri fratelli e le nostre sorelle”.

La Conferenza delle chiese europee chiede di pregare insieme anche utilizzando le nuove tecnologie e di utilizzarle “per diffondere informazioni, ma anche per sostenersi spiritualmente a vicenda”.

La KEK ricorda anche “ il personale medico e infermieristico in prima linea, negli ospedali e nelle case di cura” così come “i ricercatori e gli scienziati alla ricerca di farmaci adeguati e di una vaccinazione per liberarci da questo virus, e le autorità sanitarie, che hanno la responsabilità primaria di pianificare, affrontare e superare questa crisi”.

Un pensiero è rivolto anche alla crisi economica, alle “aziende che lottano per sopravvivere durante le serrate e il gran numero di persone che perdono il lavoro” e ai “politici, ai responsabili delle decisioni e gli esperti affinché possano agire con saggezza e per il bene comune”.

Il comunicato chiede anche di “iniziare a riflettere sulle opportunità che questa crisi crea”; alla riscoperta del bisogno di solidarietà e a come il “COVID-19 ci spinge a riflettere sullo stato del nostro mondo, sulle priorità dei nostri governi e dell’economia globale, così come sulla nostra vita personale e spirituale”.

“La nostra speranza è intatta – conclude la presidenza della KEK -. L’amore di Cristo è più forte”.

Leggi QUI il testo integrale del comunicato.