Roma (NEV), 6 aprile 2020 – Prosegue l’impegno di Mediterranean Hope (MH), programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, nella Piana di Gioia Tauro. In questi ultimi giorni, gli operatori Ibrahim Diabate e Francesco Piobbichi, impegnati dallo scorso settembre in questa nuova attività di MH, sono alle prese con la distribuzione di vari prodotti, ai braccianti.
Continuano infatti a consegnare le mascherine protettive, gli igienizzanti ma anche generi alimentari. “Abbiamo portato la spesa a un centinaio di persone nei campi – spiega Francesco Piobbichi – e ad una decina di famiglie della zona. Cerchiamo di dare una mano a chi è più in difficoltà, sia braccianti, prevalentemente di origine subsahariana, maghrebina e bulgara, che a nuclei italiani”.
I prodotti arrivano sia da donazioni della filiera agricola di Rosarno, come le arance della cooperativa Sos Rosarno, che da acquisti auto finanziati da Mediterranean Hope.
La spesa solidale consegnata “porta a porta” è una delle ultime iniziative dello staff del progetto di Mediterranean Hope in Calabria. Da un mese ormai MH chiede alle istituzioni di smontare i ghetti, trasferendo le persone in luoghi come alberghi, beni confiscati alle mafie, e altre strutture in cui possano osservare le misure previste per contrastare il coronavirus.
Nel frattempo, la situazione nei campi, sia in quelli formali che nei “ghetti” informali, diventa sempre più difficile. Sta infatti giungendo al termine il periodo della raccolta delle arance prodotto primario della zona, e i lavoratori avrebbero bisogno di spostarsi verso altre aree d’Italia dove si raccolgono altri prodotti: ma le restrizioni imposte dai decreti contro la pandemia gli impongono di rimanere sul territorio. E le condizioni salariali sono tali da avergli già ovviamente fatto finire i pochi soldi in tasca…