Roma (NEV), 11 aprile 2020 – “Rendere omaggio alle vittime dell’epidemia e allo stesso tempo far giungere un messaggio di speranza ai loro familiari e a tutte le varie comunità oltre le differenze confessionali”. E’ questo il senso della preghiera ecumenica che si è svolta questa mattina, alle ore 12, presso il cimitero monumentale di Milano.
Tre le voci che sono risuonate nel silenzio: quella dell’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, della pastora valdese Daniela Di Carlo e del padre ortodosso Traian Valdman, vicario emerito della diocesi italiana della chiesa ortodossa romena. Erano inoltre presenti la vicesindaco Anna Scavuzzo, e l’assessora ai Servizi civici Roberta Cocco.
“Siamo qui, cristiani di diverse confessioni, per dire parole che oggi sembrano ancora un vaneggiamento”, ha detto mons. Mario Delpini facendo riferimento al racconto evangelico in cui le pie donne che annunciano la resurrezione sono accusate di “vaneggiare”, (Luca 24:11). “In questo momento tragico per la città e per l’intero pianeta – ha proseguito Delpini – ritroviamo l’annuncio essenziale, la verità che ci unisce, e ci fa dire insieme una parola inaccettabile e necessaria, scandalosa e liberante: Morte, sei stata sconfitta!”
Questo periodo di isolamento forzato “sia un’occasione per ripensare e valutare la nostra società, i nostri stili di vita, la nostra bellissima città e anche il lavoro delle nostre chiese”, ha detto la pastora Daniela Di Carlo. Certo, “come cristiani non siamo in grado di dire una parola definitiva, oggi, sul perché della pandemia” ha precisato la pastora che ha citato sia “l’uso predatorio e scellerato della natura”, sia “le mutazioni devastanti della vita dei virus che procedono anche al di fuori della manipolazione umana”.
“Come cristiani e cristiane – ha proseguito Di Carlo – siamo invece sempre in grado di annunciare la grazia che abbiamo in Cristo. Non perdiamo allora la gioia della fede che sta imparando a convivere con l’addio che abbiamo dato a chi ci ha lasciato a causa della pandemia, con la preghiera per coloro che sono negli ospedali per lavoro o perché malati, e con la possibilità di comunicare tra di noi in modi nuovi”.
“Celebriamo la Pasqua del Signore, la più grande festa cristiana; rafforziamo la speranza e viviamo da risorti”, è stata l’esortazione di padre Traian Valdman che ha proseguito:”Anche durante la pandemia del Coronavirus, il giorno della Risurrezione è giorno di gioia, di riconciliazione, di speranza, di solidarietà”.