Roma (NEV), 12 aprile 2020 – Un messaggio ecumenico di Pasqua rivolto ai cristiani d’Italia: è una novità, speriamo gradita, che ci porta questa Pasqua anomala che celebreremo quasi tutti in modo individuale o al massimo familiare, rinchiusi nelle nostre case per contenere il contagio. Ogni anno in effetti c’è una sorta di messaggio ecumenico, ma in occasione della “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”, che si svolge dal 18 al 25 gennaio: il tema della Settimana viene presentato congiuntamente dal vescovo cattolico Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo, dal metropolita Gennadios, arcivescovo ortodosso d’Italia e Malta, e da chi vi parla, in qualità di presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia. Ma quest’anno, in prossimità della Pasqua di Resurrezione, che le nostre Chiese celebreranno in date diverse (il 12 aprile nella tradizione occidentale, e il 19 in quella orientale), “sulla base della fraternità che deriva dal confessare lo stesso Signore, abbiamo sentito il bisogno di tornare ad esprimerci insieme pronunciando una parola comune di fronte alla pandemia che ha colpito il nostro Paese e il mondo intero. Una pandemia mondiale, dunque, che non sta risparmiando nessuna regione del mondo e che, oltre a causare disagio, sofferenza e morte, condizionerà pesantemente le celebrazioni pasquali delle Chiese cristiane, con il rischio di offuscare quel sentimento di gioia che è tipico del tempo pasquale”.
Il messaggio muove dal racconto pasquale del Vangelo secondo Matteo, in cui la resurrezione di Gesù viene annunciata da un terremoto e dall’angelo del Signore che fa rotolare la grossa pietra del sepolcro, provocando un grande spavento in tutti i presenti – cioè le guardie e le “pie donne” venute al sepolcro. Solo che, mentre la paura paralizza letteralmente le guardie, le donne accolgono l’invito dell’angelo a non temere, e constatato che il sepolcro è vuoto corrono via “con spavento e grande gioia”.
“Un misto di timore e di gioia che le mette in movimento e fa di loro le prime annunciatrici della resurrezione. Per questo – si legge nel messaggio – anche in questo tempo di contagio, vogliamo raccogliere l’invito dell’angelo: “Non abbiate paura”. Nel rispetto delle norme di prudenza a cui dovremo continuare a sottostare per impedire la diffusione della pandemia, come Chiese ci sentiamo chiamate ad essere, come le pie donne, annunciatrici della risurrezione, del fatto che la morte non ha l’ultima parola. Questa pandemia rafforza altresì in noi la vocazione ad essere insieme, in questo mondo diviso e al contempo unito nella sofferenza, testimoni dell’umanità e dell’ospitalità, attenti alle necessità di tutti e particolarmente degli ultimi, dei poveri, degli emarginati”. Il messaggio si chiude con un invito alla preghiera che accomuna tutti i cristiani: Padre nostro che sei nei cieli… liberaci dal Male”.