25 aprile, Valdo Spini: “La Resistenza “morale” per uscire dalla pandemia”

Per lo storico, già ministro e vice segretario del PSI, l'emergenza del coronavirus "dimostra la forza dei valori che furono alla base della Liberazione: solidarietà, responsabilità, libertà". Ora è necessario "proprio per la lezione che ci ha impartito la Resistenza, impedire che si acuiscano le disuguaglianze"

Roma (NEV), 20 aprile 2020 –  “L’Italia potrà uscire dalle sue attuali difficoltà solo se saprà valorizzare la responsabilità, la volontà di libertà e la solidarietà che la lotta di Liberazione ha saputo incarnare”. Così Valdo Spini, valdese, socialista, già deputato, ministro dell’Ambiente con Ciampi, sottosegretario agli Esteri e all’Interno, attualmente presidente della Fondazione Circolo Rosselli di Firenze, “legge” il prossimo 25 aprile, che si festeggerà tra pochi giorni, in un’Italia dal volto cambiato, a causa della pandemia, delle relative misure di restrizione per i cittadini, della crisi economica e sociale incombenti.

Donne partigiane

“E’ necessario, proprio per la lezione che ci ha impartito la Resistenza, impedire che si acuiscano le disuguaglianze – continua Spini -. L’etica della responsabilità collettiva: è in questo che risiede l’attualità del pensiero antifascista.
Il senso della fedeltà e della responsabilità dei grandi valori della lotta di liberazione e della Costituzione sono elementi della nostra società, da celebrare oggi più che mai”.

Che significato avrà dunque questo 25 aprile, durante un’emergenza sanitaria e una crisi senza precedenti nella storia d’Italia?

“Ha un significato particolare di resistenza, in senso lato – dichiara Valdo Spini, figlio dello storico Giorgio Spini, altra personalità di spicco dell’evangelismo italiano – . La battaglia che ci ha condotto alla liberazione, oggi è una resistenza morale, che significa non solo lo stare a casa ma farlo mantenendo il più possibile la comunicazione, il contatto con quanto accade all’esterno. Occorre mantenere la connessione con i valori civili, morali e sociali che sono stati alla base della Costituzione e della nascita della repubblica. Da questo punto di vista è un appello alla coesione nazionale, alla democrazia”.

Coesione nazionale che non sembra pienamente realizzata…Nemmeno quest’anno sono mancati gli appelli a fare del 25 aprile una festa “altra”: da chi, come il senatore di Fratelli d’Italia Ignazio La Russa, ha proposto sia ricordo di tutte le guerre, inclusi i morti per il coronavirus, a chi, in rete, diffonde l’idea di scendere in strada per manifestare il dissenso verso la quarantena, un appello rilanciato dal segretario di Forza Nuova, Roberto Fiore.

“C’è in corso un tentativo di scipparci di questi ideali, con la “scusa” del Covid 19, un tentativo che penso sia da rigettare ed è in contrasto con quello di positivo che l’Italia ha nel suo Dna, anche in questo momento difficile. Proprio l’emergenza del coronavirus dimostra la forza dei valori che furono addietro alla Resistenza: anche confinare quei valori a una sorta di minoranza che vorrebbe rompere le regole per superare questa emergenza penso sia un errore”.

E a proposito di minoranza e maggioranza, sul fronte politico, per Spini in questa fase c’è “un certo affanno istituzionale, e mi convince poco la moltiplicazione di enti che hanno la responsabilità di gestire questa fase, con le difficoltà decisionali che ne conseguono. Personalmente il 22 marzo scorso avevo proposto, invece che queste task force, di nominare un vice presidente del consiglio delegato alla gestione della crisi. In ogni caso, servono coesione e sostegno a quanto viene fatto dall’esecutivo, chi rema controcorrente oggi fa un errore. Si tratta di contribuire in positivo, per rafforzare la forza delle azioni messe in campo contro la diffusione del virus”.

La stessa prospettiva positiva e costruttiva cui, secondo Spini, devono contribuire i festeggiamenti per la Festa della Liberazione. L’Anpi, ad esempio, invita ad esporre dalle finestre, dai balconi il tricolore e ad intonare Bella ciao, sabato 25 aprile alle 15. 

“E’ ancora più necessario – aggiunge l’esponente valdese – che tutti producano contenuti per ricordare e celebrare il 25 aprile. Come Fondazione Circolo Rosselli, ad esempio, abbiamo realizzato un breve video sulla liberazione di Firenze”.

La fondazione fiorentina, diretta continuatrice del Circolo di Cultura animato dai fratelli Rosselli sotto il magistero di Gaetano Salvemini negli anni 1920-24, ha poi realizzato un progetto rivolto in modo particolare ai giovani. Per educare gli studenti alla memoria e ricordare in particolare la vita e le gesta dei fratelli Rosselli.

“Giustizia e libertà, per questo morirono, per questo vivono”.  Così recita l’epitaffio scritto da Piero Calamandrei sulla tomba di Carlo e Nello Rosselli, intellettuali antifascisti uccisi in Francia nel giugno del 1937, per ordine dei servizi segreti italiani, probabilmente su ordine di Galeazzo Ciano, genero di Benito Mussolini e all’epoca ministro degli Esteri italiano.

“Trasmettere la memoria della Resistenza ai giovani è un tema fondamentale. Per questo – continua Valdo Spini – abbiamo creato, con i docenti e i ragazzi dell’istituto tecnico superiore Salvemini-Duca D’Aosta di via Giusti a Firenze, la stessa via della casa di Carlo e Nello, dove si trova una lapide dettata da Calamandrei, dei video e dei materiali multimediali sulla storia dei fratelli Rosselli. Gli studenti hanno realizzato una mappa interattiva e un totem, in un laboratorio cominciato prima della pandemia e che continuano anche in queste settimane, da remoto.
L’obiettivo è quello di ricordare sia un esempio di vita per la difesa dei valori della Resistenza, quello dei fratelli Rosselli, che spiegare ai giovani cosa è stata la barbarie del fascismo. Bisogna che i ragazzi sappiano cosa è il fascismo”.

 

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