Roma (NEV), 13 maggio 2020 – Agape (alla greca agàpe, dal latino tardo agăpe, in greco ἀγάπη) significa «amore», indica il convito fraterno presso gli antichi cristiani, per estensione il convito intimo fra amici.
Nell’estate del 1946, a Prali il pastore Tullio Vinay, nato proprio oggi, 13 maggio, nel 1909, parlò della necessità di erigere nelle Valli Valdesi un luogo che esprimesse i valori dell’agape cristiana e che fosse, per usare un’espressione contenuta nel primo “manifesto di Agape”, il volto di Cristo “scolpito sulle rocce dei nostri monti”. “Il progetto architettonico di Leonardo Ricci – come si legge sul sito del centro ecumenico – donò al Centro la sua fisionomia particolare, di incredibile modernità. Alla costruzione furono impegnati centinaia di volontari e volontarie, di provenienza geografica, politica e religiosa diversa; attraverso il lavoro comune e l’ideale dell’agape di Cristo si risolvevano i dolorosi strascichi del conflitto mondiale, terminato appena pochi anni prima. Dove oggi sorge il nuovo tempio a Prali, erano accampate le giovani e i giovani che, in pochi anni, edificarono con entusiasmo e fatica la struttura che ancora oggi si nasconde fra i larici sopra Ghigo di Prali. Agape fu, dagli anni Cinquanta in poi, luogo di fecondo dibattito sociale politico e teologico, nazionale e internazionale”.
Un rapporto, quello tra il fondatore di Agape Tullio Vinay e il centro ecumenico, importante non solo per quell’esperienza ma per tutti i progetti che ad essa si sono ispirati.
Un’iniziativa che oggi, a causa dell’emergenza del Covid19, sta ovviamente vivendo una fase particolare. Ne abbiamo parlato con Sara Marta Rostagno, una delle due vice direttrici del centro, in occasione dell’anniversario della nascita di Vinay, che fu anche senatore per due mandati parlamentari, eletto come indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano.
“Il sogno di Vinay continua – spiega Rostagno – : vogliamo portare avanti “cura e sogno” insieme, nonostante tutto. Stiamo tentando di progettare un’estate diversa, stiamo ancora raccogliendo le idee per capire come gestire le nostre attività. Vorremmo dirottare il nostro progetto sull’internazionalità in particolare verso l’accoglienza di famiglie e persone vulnerabili, che sono state più colpite dalla crisi economica causata dal lockdown e a seguito dell’emergenza sanitaria. Auspichiamo in questo la collaborazione del paese e del villaggio, del territorio. Poi continueremo la manutenzione, in quanto “casa per ferie” seguiremo le disposizioni del nostro settore, i campi lavoro dunque per ora sono sospesi e rimandati sine die. Un’altra idea è quella di proporre degli “assaggi di campi” virtuali, delle attività per i bambini, da remoto, senza “schiavizzare” però i genitori né costringendo i più piccoli però a stare ancora altre ore al computer. Infine, stiamo pensando ad un intrattenimento online specifico per la comunità agapina”.
Il centro ecumenico non è immune alla crisi. Lo stop alle attività di accoglienza e turismo avrà quindi un impatto anche su Agape. Per questo, conclude Sara Marta Rostagno, “lanceremo una raccolta-fondi strutturata nelle prossime settimane, nel frattempo qualsiasi contributo è benvenuto”.
Qui i dati per effettuare una donazione a favore del centro e del progetto valdese.