Roma (NEV/CELI), 30 maggio 2020 – Dimezzato, ecco come si è sentito l’organista Manuel Tomadin in questi due mesi di distanziamento sociale. Il suo strumento è l’organo della Chiesa luterana di Trieste. O meglio, i due organi. L’organo maggiore del 1874 e l’organo originale barocco del 1793, costruito dai fratelli Tronci, prezioso dono di don Umberto Pineschi alla sua città natale. In tempi pre-covid, Manuel Tomadin, professore al Conservatorio Giuseppe Tartini ma residente in provincia di Gorizia, suonava quasi tutti i giorni. La gioia della Pasqua Tomadin l’ha vissuta con un anticipo di qualche giorno: per la ripresa del video-culto ha potuto spostarsi a Trieste. Al termine delle riprese è rimasto in chiesa per tutto il giorno a suonare. Solo un giorno. Ma che gioia!
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Oltre alla storia della passione dell’organista Tomadin e di come l’organo è arrivato nella chiesa luterana, a disposizione degli studenti del Conservatorio, per concerti, ma anche per la musica liturgica della chiesa luterana, Steiner parla delle straordinarie caratteristiche tecniche del settecentesco organo Tronci. Realizzato in bosso e ebano, ha alcune canne immerse nell’acqua che permettono una serie di tonalità particolari, come per esempio l’effetto “canto di uccelli” (Vogelgesang) o l’effetto tamburo, ma anche l’effetto vibrato da voce umana. Lo strumento è originale in tutte le sue parti: le etichette dei nove registri, le fettucce di stoffa che connettono i pedali ai registri manuali, le corde dei mantici, le chiavi e i relativi cartellini di ottone e, soprattutto, il temperamento mesotonico.
È una storia di talento e passione, che passa per lo studio di autori del ‘500 e del ‘600, quali Buxtehude, Scheidemann, Lubeck, Frescobaldi, Gabrieli, Claudio Merulo. E poi, ovviamente, Johann Sebastian Bach, il “musicista teologo”, come lo ha definito il giurista e musicologo Gianni Long nel 1997.
“Suonare l’organo – dice Tomadin – è una missione per la vita, non si smette mai a imparare. Suonare Bach è come scalare una montagna, bisogna continuare a esercitarsi”. Lui, da quando a dodici anni è passato dal pianoforte all’organo e al clavicembalo, non ha mai smesso.
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