Giornata ambiente: “Ad immagine di un Dio della vita”

Riceviamo e pubblichiamo un testo di Antonella Visintin, coordinatrice della Commissione Globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia sulla Giornata mondiale per l’ambiente

Foto di Greg Nunes - Unsplash

Roma (NEV), 5 giugno 2020 – Negli ultimi anni l’ONU sta proponendo un numero crescente di appuntamenti che colleghino l’ambiente e il clima ad ogni altro aspetto dell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile, in quanto pre condizione per la sussistenza della vita e degli equilibri dell’ecosistema, anche umano. Ne abbiamo avuto ulteriore dimostrazione plastica, con la pandemia che ha colpito il pianeta, nella prima parte di questo 2020.

La scelta della biodiversità per la Giornata mondiale per l’ambiente è una specie di compensazione per la dovuta sospensione della COP 15 sulla diversità biologica che avrebbe dovuto tenersi ad ottobre a Kunming (Cina): 1 milione di piante e specie animali sono a rischio di estinzione, largamente per responsabilità umana; dal 1970 (dati WWF) sono stati sterminati il 60% dei mammiferi, uccelli, pesci e rettili.

Per sostenere l’attenzione sul tema, il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), in collaborazione con il Consiglio delle chiese dell’India (NCCI), ha organizzato il 4 giugno un seminario su “Ambiente sostenibile: chiese in azione”, proponendo una riflessione in cui lo sguardo viene rovesciato: da un ambiente che circonda gli umani, agli umani che, nell’antropocene, costituiscono l’ambiente per le altre specie.

Non a caso è stato fatto l’esempio dell’India, che è infatti il secondo paese più popoloso al mondo, con una domanda di crescita economica crescente così come il processo di inurbamento. Rapida è anche la perdita di biodiversità associata anche ai sempre più frequenti eventi estremi legati al ciclo dell’acqua che colpiscono l’agricoltura e le comunità agricole come effetto del cambiamento climatico. 

Le chiese si interrogano su come tarare i comportamenti umani ai tempi della natura, ovvero all’essenza della sostenibilità perché, aggiungiamo,  lo stato di emergenza, che colpisce le altre specie due volte in quanto vittime dirette e indirette della azione umana, richiede di rigettare con urgenza il modello di sviluppo imposto dall’occidente, e ora diventato globale, e riconoscere nei suoi proponenti dei cattivi maestri.  

Dall’India la voce di Vandana Shiva e la sua visione di “una terra, una umanità” (2019) costituiscono un riferimento per quanti da tempo stanno praticando una diversa normalità a partire dal cibo e dalla sovranità alimentare, anche grazie al contributo delle comunità religiose. 

Celebriamo dunque una giornata mondiale in cui determinare comportamenti individuali e collettivi ad immagine di un Dio della vita che ha promesso pienezza e abbondanza a tutte le sue creature.