Voce evangelica. L’effetto del virus sul futuro della religione

Sul numero di giugno della rivista delle Chiese evangeliche di Lingua italiana in Svizzera, un approfondimento sugli impatti del covid-19 sulle pratiche religiose e sulla fede

Foto tratta dal numero di giugno di Voce evangelica

Roma (NEV), 12 giugno 2020 – “Dopo il virus quale (ri)costruzione”. Questa è la frase in copertina del numero di giugno di Voce evangelica, rivista edita dalla Conferenza delle Chiese evangeliche di Lingua italiana in Svizzera (CoCELIS).

In apertura, dopo l’editoriale del direttore Paolo Tognina su pandemia ed ecumenismo, si può apprezzare un approfondimento di Laurence Villoz e Marie Destraz tratto da ProtestInfo, in una traduzione dello stesso Tognina. Ne riproponiamo qualche stralcio.

“Secondo uno studio danese del 2019, i disastri naturali hanno un impatto positivo sulla religiosità. Di fronte all’imprevisto, alla comparsa di qualcosa di straordinario, le società umane cercano di trasformare il caos in cosmo, per dare un senso a ciò che apparentemente ne è privo. Lo stesso sta succedendo con il covid-19” osserva François Gauthier, socio-antropologo delle religioni all’Università di Friburgo, in Svizzera.

“Molte persone hanno cercato di integrare il confinamento, la pandemia e tutte le restrizioni nel proprio sistema di credenze, qualunque esso sia”, sostiene invece lo psicologo Grégory Dessart, presidente dell’Associazione svizzera di psicologia della religione. “Le pratiche religiose hanno generalmente un potere rassicurante, anche se in alcuni casi, un ricorso crescente e ansioso a queste pratiche può avere effetti dannosi. Qualunque evento traumatico ha un impatto potenziale sulla nostra visione del mondo – aggiunge Dessart -. Se accade a livello locale, possiamo avere la resilienza necessaria per integrarlo. Se riguarda un livello globale, la nostra visione del mondo può risultarne trasformata”.

Il discorso sulle epidemie e sui disastri, nel passato, era sempre religioso: “erano prove inviate da Dio”, afferma Nicolas Balzamo, storico delle religioni all’Università di Neuchâtel. “Oggi, i quadri di riferimento dominanti sono tecnici ed economici. Nella nostra società secolarizzata, le domande religiose sono in gran parte assenti”.

L’articolo parla anche di boom “new age”, di spiritualità alternative e del rischio di una radicalizzazione delle tendenze religiose in forme di tipo carismatico e personalistico. Comunità e pratiche religiose sono in continua trasformazione. “Penso che il futuro ci confronterà con altre pandemie o choc legati alla crisi climatica. Quelle esperienze potrebbero portare a un cambiamento sistemico nel cristianesimo. Possiamo già vederlo in atto con l’ascesa di nuove forme di chiesa” pronostica Jean-Christophe Emery, direttore dell’ufficio di formazione teologica della Chiesa evangelica riformata di Vaud. La riflessione sul presente e sul futuro delle religioni e del cristianesimo è aperta.

Per info: voceevangelica@bluewin.ch