Smart working: le chiese chiedono attenzione alla tutela dei diritti

La rete “Azione delle chiese per il lavoro e la vita” ha pubblicato un documento sul futuro del lavoro e delle relazioni sociali dopo il Covid-19

Elaborazione di una foto di Florian Klauer - Unsplash

Roma (NEV), 19 giugno 2020 – La rete ‘Azione delle chiese per il lavoro e la vita’ (CALL) ha realizzato la sua ultima assemblea nell’aprile 2018 dove ha inaugurato un filone di riflessione e proposta nuovo rispetto a quelli su cui è partita nel 2010 in ambito KEK: la digitalizzazione.

Da allora il gruppo di coordinamento, di cui fa parte Antonella Visintin – coordinatrice della Commissione Globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), si è incontrato regolarmente, nonostante a fine 2018 il coordinatore della rete abbia concluso il proprio mandato e non sia stato ancora sostituito.  Nel quadro della preparazione di una prossima assemblea nel 2021 e di un incontro intermedio in autunno 2020, ha voluto esprimere una propria valutazione, attraverso il documento “Digitalizzazione e futuro del lavoro e delle relazioni sociali: le scelte sociali e rispettose del clima devono essere tempestive”, sugli scenari prodotti dal Covid 19.

“La dichiarazione che abbiamo elaborato – sottolinea Visintin – evidenzia una sostanziale omogeneità di strategie di protezione dal virus anche nelle chiese e il differenziale di attenzione verso le persone rispetto alle merci. La produzione è stata oggetto di salvaguardia (e ha già messo in campo strategie di resilienza) mentre minori, anziani e soggetti fragili sono stati penalizzati come conseguenza della forte contrazione  del welfare ‘non essenziale’, la sanità”.

Sul tema del diritto del lavoro CALL ha espresso preoccupazione per le tante deroghe che sono state fatte durante la pandemia: “In molte situazioni i diritti del lavoro sono stati derogati in nome della emergenza e lo scarico dei servizi pubblici sulle famiglie da un lato ne ha dimostrato le rigidità e inadeguatezze e dall’altro ha fatto emergere quanto largamente le case siano inappropriati luoghi di lavoro e di apprendimento e quanto siano precarie e problematiche le relazioni tra conviventi”.

In questo scenario CALL ha riflettuto sul tema della digitalizzazione che “si è rivelata una risorsa, anche per le chiese, e verso cui la confidenza è aumentata pur avendo ancora ampi margini di familiarizzazione e adattamento alle diverse esigenze”. 

“Anch’essa – conclude Visintin -, come le strategie sociali di reazione al virus, non è neutra e per questo CALL auspica che le azioni di sostegno all’economia, anche a livello europeo, siano improntate alla sostenibilità sociale e ambientale, e cerca di capire come il lavoro distanziato e digitalizzato possa essere un buon lavoro nel rispetto dei tempi di vita”.

Leggi la versione integrale del documento “Digitalizzazione e futuro del lavoro e delle relazioni sociali: le scelte sociali e rispettose del clima devono essere tempestive”.