Roma (NEV), 15 luglio 2020 – La responsabile della Casa delle Culture di Scicli, Giovannella Scifo, è stata ospite lunedì scorso della puntata speciale di “Diàlogos – Dibattiti di Periferia”, nel “salotto maieutico” di Bartolo Lorefice. La Casa delle Culture fa parte di Mediterranean Hope (MH), il progetto sulle migrazioni della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).
L’operatore Piero Tasca ha raccontato all’agenzia NEV com’è andata. Questa puntata del programma, trasmesso in diretta su Scicli Video Notizie e su facebook, ha avuto come tema: “Solidarietà e nuove fragilità”. L’altro ospite, insieme a Giovannella Scifo, è stato Cristian Modica, responsabile della Rete di ascolto, aiuto e condivisione e dell’Osservatorio delle Povertà per la Diocesi di Noto.
“Il dibattito aperto da Diàlogos verte sull’emergenza post covid – illustra Piero Tasca –. Giovannella Scifo ha parlato del periodo di lockdown, di come è stato vissuto dalla comunità locale, di cosa abbiamo fatto e in che modo, come parte del Terzo settore, ci siamo occupati dell’assistenza per le nuove povertà”.
L’emergenza coronavirus, dice ancora Tasca, “ha messo a nudo le povertà di persone che prima non avevano bisogno di sostentamento economico o della borsa della spesa, ma che con i blocchi lavorativi dovuti alla pandemia si sono trovate in difficolta economica. Questo è accaduto, ad esempio, nel settore edilizio, nella ristorazione e nel settore turistico”.
L’incontro organizzato da Lorefice ha dato spazio a due voci, “quella protestante della Casa delle culture e quella cattolica della Caritas diocesana di Noto”. Da entrambe sono emerse le necessità territoriali e la testimonianza di quanto svolto dalle associazioni. È stato chiesto “se ritenevamo materialmente sufficiente o carente l’intervento delle istituzioni per quanto riguarda l’assistenza”. Ne è emerso un quadro in cui ciascuno è chiamato a fare del suo meglio: “Noi come Casa delle Culture ci siamo mossi su varie tappe. Inizialmente con la campagna ‘La solidarietà non è reato’, insieme ad altre realtà locali, poi con il fino al Patto di solidarietà diffusa, che coinvolge 29 associazioni operanti sul territorio per intercettare i bisogni e comunicarli alle istituzioni e alla rete stessa per individuare chi poteva far fronte alle richieste, e ancora con la produzione di mascherine, sia grazie al nostro beneficiario, il ‘sarto di Aleppo’, sia alla Casa delle donne. Molte mascherine sono state così donate alla comunità locale. Abbiamo provveduto anche a una raccolta fondi che, in 10 giorni, ha portato all’acquisto di voucher per generi di prima necessità e alimentari per l’ammontare di 3.000 euro, voucher consegnati alle famiglie o ai negozi in collaborazione con i Servizi sociali del Comune di Scicli. Il nostro intento è fare in modo che questa sinergia tra istituzioni e associazioni non venga meno”.
Un’altra iniziativa di cui si è parlato è quella del “carrello sospeso. Chiunque poteva lasciare generi alimentari e una parte di spesa, e i prodotti raccolti sono stati suddivisi e donati alle famiglie che ne facevano richiesta tramite le associazioni o i Servizi competenti.
Questo modo di lavorare insieme sul territorio, la presenza di questa rete costruita negli anni, oltre alla consapevolezza che tutti, ciascuno con le sue peculiarità, stanno lavorando con lo scopo di affrontare l’emergenza, ci ha portato a elaborare una proposta progettuale al Comune di Scicli – conclude Piero Tasca –. Insieme, con il supporto dei Servizi sociali, con gli Assessorati, il Sindaco e i rappresentanti delle associazioni, possiamo avviare un nuovo tavolo tematico per affrontare e analizzare quelle nuove esigenze che il lockdown ha fatto emergere. Il covid-19 ha cambiato la vita di alcune famiglie, cosa possiamo fare?
Per noi è sempre stato importante lavorare con tutti. Abbiamo progetti avviati e continueremo a fare rete. Fare rete porta a trovare delle soluzioni, stare ognuno a curare il proprio orto non porta da nessuna parte”.
Il video si può rivedere integralmente in questa pagina.
La Casa delle Culture
Aperta nel dicembre del 2014, la struttura offre ospitalità a migranti in condizione di particolare vulnerabilità (giovani mamme, donne incinte, minori non accompagnati). Oltre alle attività d’accoglienza, orientamento e formazione, la Casa promuove programmi sociali e interculturali aperti alla popolazione locale, con lo scopo di promuovere una cultura dell’integrazione.