Finestra aperta. Chi ha paura degli aquiloni?

Pubblichiamo la nota di Cristina Arcidiacono, pastora evangelica battista, andata in onda durante la trasmissione “Culto evangelico” – rubrica “Finestra aperta”, in onda su Radio RAI 1, domenica 26 luglio 2020

Foto di Agnieszka Ziomek - Unsplash

Roma (NEV), 28 luglio 2020 – Gentili ascoltatrici e gentili ascoltatori, è di questi giorni una notizia all’apparenza marginale: l’Egitto ha bandito la costruzione, l’uso e la vendita di aquiloni, perché sono ritenuti un pericolo alla sicurezza nazionale. Solo il 10 luglio la polizia del Cairo ha confiscato 99 aquiloni e arrestato 5 persone. La multa per chi detiene questo oggetto eversivo va dai 60 dollari a due notti in cella. Non stiamo parlando di velivoli militari o marchingegni fatti di leghe sofisticate, ma proprio di giocattoli casalinghi e di giocattoli usati dalle fasce più povere della popolazione. Nelle strade dei quartieri più marginalizzati, gli aquiloni sono stati durante la quarantena lo sfogo alla chiusura forzata. Nelle città egiziane è stato un vero boom, centinaia di aquiloni che si libravano dai tetti, dalle terrazze. Ma quando è troppo è troppo. Il parlamentare Khaled Abu Talib ha denunciato il pericolo insito nell’aquilone: ci si può nascondere una telecamera e riprendere obiettivi sensibili. Così, dietro il pretesto degli incidenti possibili e della sicurezza dei bambini, il pericoloso aquilone è stato confiscato e bandito, adolescenti, genitori, negozianti, multati.

Presente sulle testate internazionali, in Italia la notizia è apparsa sul Manifesto e ripresa da don Tonio Dell’Oglio, di Pax Christi. L’aquilone-spia, l’aquilone-drone diventa simbolo della paranoia del controllo e della sicurezza di un sistema di polizia che per primo farebbe di un giocattolo un’arma, di un sorriso un ghigno, di un momento di libertà una minaccia da eliminare. L’Egitto è dall’altra parte del Mediterraneo e questo divieto può essere visto dal nostro punto di vista ironicamente. Forse può aiutarci a riconoscere meccanismi simili anche in Italia, a osservare come l’ossessione del controllo e della sicurezza come modello di cittadinanza portino al ridicolo. Su questo c’è da vigilare anche nel nostro Paese, dove la ripresa delle scuole, ad esempio, sembra essere basata solo su questi tipi di criteri. Ancora una volta sono le fasce più marginali, bambine e bambini, poveri, a pagarne le conseguenze ma anche a svelare che “il re è nudo”. Il filo che lega l’Italia all’Egitto, purtroppo non è quello di un aquilone, ma quello più pernicioso di accordi per la vendita di armi, che, queste sì, sono un pericolo per la vita delle persone, per i diritti e la stessa sicurezza.

Don Tonio dell’Oglio propone una campagna per far tornare gli aquiloni in Egitto, che mostra di diventare sempre più un paese che taglia il filo alla speranza e alla libertà dei suoi abitanti. E con gli aquiloni, assieme alla libertà di far volare la fantasia, possa esserci la verità sulla morte di Giulio Regeni, il ricercatore italiano torturato e ucciso in Egitto, più di quattro anni fa, e la liberazione di Patrick Zaki, studente e ricercatore, detenuto per il suo lavoro sui diritti umani. Anche per loro volino i nostri aquiloni.