Roma (NEV), 31 luglio 2020 – Gli ultimi 30 migranti ospiti del centro di accoglienza Campo Roja di Bevera, frazione di Ventimiglia, sono stati trasferiti. La struttura, aperta dal 2016, da ieri ha chiuso i battenti. Che fine faranno dunque le persone, i migranti, che arriveranno nella cittadina ligure? Per strada, molto probabilmente.
Di qui l’ulteriore preoccupazione – rispetto a una situazione già notoriamente difficile – delle realtà impegnate per la tutela dei migranti, tra le quali la Diaconia valdese, presente sul territorio e che ha attivato dall’anno scorso uno sportello socio-legale, in collaborazione con la Caritas.
Perchè nel frattempo le persone continuano ad arrivare, anche donne e bambini, per cercare di passare il confine. Sono costrette a sostare in questo “limbo” che è Ventimiglia, dormendo sotto i ponti, accampandosi dove riescono, come ha denunciato anche il referente locale della Diaconia, Simone Alterisio, oggi, intervistato dal quotidiano La stampa.
“La fine del lockdown – dichiara Gianluca Barbanotti, segretario esecutivo della Diaconia Valdese CSD -, la ripresa degli sbarchi, lo smantellamento dei presidi preesistenti riaprono drammaticamente il tema della tutela dell’umanità delle persone in transito alla frontiera del ponente ligure: donne e bambini anche molto piccoli, accanto a singoli e nuclei delle più svariate provenienze si ammassano alla frontiera, tentano di passare, i respingimenti separano le famiglie, le mense sono state chiuse per Covid, il campo della Croce Rossa è chiuso da mesi ai nuovi ingressi. La Diaconia Valdese assieme a pochissimi altri enti ha resistito ed è presente per testimoniare alle persone coinvolte una concreta vicinanza e all’opinione pubblica l’allarme per l’evolvere della situazione. Ventimiglia è sempre più la frontiera delle frontiere”.