Roma (NEV), 13 agosto 2020 – Si è svolta questa mattina in contrada Serracarcara, a Comiso in Sicilia, la conferenza stampa di presentazione del progetto di filiera etica anticaporalato a cui partecipa, insieme ad altre organizzazioni anche la Casa evangelica valdese di Vittoria.
Tante le realtà del territorio che si sono unite per creare una rete etica di solidarietà e legalità per produrre in maniera etica e sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale e dei diritti.
“E’ molto importante che questo progetto arrivi in Sicilia, nel distretto di Vittoria – secondo mercato ortofrutticolo in Italia -, in cui negli ultimi anni si sono moltiplicate le denunce per sfruttamento dei braccianti” ha detto Andrea Gentile, coordinatore servizi migranti della Csd – Casa Valdese di Vittoria.
Fascia trasformata, così viene chiamata la zona costiera che va da Pachino a Licata e nella quale alla coltivazione stagionale si è sostituita la cultura in serra, che produce primizie tutto l’anno. Si tratta di una zona agricola con una consistente presenza di lavoratori stranieri in cui la trasformazione del lavoro agricolo stagionale in culture permanenti ha cambiato la composizione dei lavoratori e fatto emergere situazioni di sfruttamento e illegalità.
Il progetto nasce a febbraio scorso durante un incontro sulle agromafie a Vittoria (comune sciolto per mafia) con Yvan Sagnet, sindacalista, nominato cavaliere della Repubblica da Sergio Mattarella, in passato promotore dello sciopero dei braccianti di Nardò e attualmente presidente di NoCap, una rete internazionale che progetta sistemi virtuosi per contrastare il fenomeno del caporalato.
Prevede una collaborazione etica tra distributori commerciali, nello specifico Megamark – azienda che fa distribuzione con un prezzo etico che tiene conto del costo di produzione, del costo del lavoro, e non partecipa ad aste al ribasso -, datori di lavoro – in questo caso produttori agricoli di prodotto fresco e trasformato biologico ed ecologicamente sostenibile -, lavoratori. Tutto all’insegna del rispetto della legalità.
La Casa Evangelica Valdese entra nel progetto con l’individuazione di una squadra di braccianti agricoli professionale, selezionati tra i beneficiari accolti nello SPRAR da loro gestito, i quali sono stati ingaggiati regolarmente, lavoreranno per il monte ore massimo previsto dal contratto e non oltre, verranno retribuiti secondo quanto previsto dal Contratto provinciale di categoria, verranno loro pagati i contributi e hanno ricevuto forniture di vestiario e accessori di sicurezza.
“Una rarità assoluta in questa terra in cui in agricoltura la collaborazione ‘grigia’ è diffusissima – ha proseguito Gentile – fatta di contratti che non rappresentano la realtà, quando ci sono, e in cui le condizioni dei lavoratori sono al limite dello sfruttamento. Inoltre, un grande segnale di legalità e integrazione in un contesto votato esclusivamente alla produzione agricola e stritolato dalle agromafie”.
Altro particolare importante e che su otto lavoratori, sette accederanno alla procedura di regolarizzazione prevista all’art.103 del Decreto di aprile, uscendo così finalmente dalla condizione di limbo della richiesta d’asilo e del ricorso.
La Casa evangelica valdese si occuperà anche di garantire un trasporto sicuro per i lavoratori troppo spesso, negli ultimi tempi, coinvolti in incidenti di transito.