Beirut. Amal avrà la possibilità di curarsi

Grazie a Mediterranean Hope e alla Regione Piemonte la bambina libanese affetta da leucemia mieloide acuta potrà venire in Italia per ricevere le cure necessarie 

Foto di Caroline Hernandez - Unsplash

Roma (NEV), 17 agosto 2020 – “Abbiamo capito subito che l’unica possibilità per Amal era il trapianto – ha detto Luciano Griso all’Agenzia NEV -. Ma allo stesso tempo abbiamo capito che la speranza che questo potesse avvenire in Libano era fievolissima. I costi di un intervento di questo tipo in un paese in cui non c’è la sanità pubblica sono inaccessibili e i nostri fondi non sarebbero stati sufficienti”.

Amal (nome di fantasia) ha tre anni e una brutta recidiva di una leucemia mieloide acuta. Vive a Beirut con suo papà, un infermiere libanese, la sua mamma, profuga siriana, e un fratellino di dieci mesi. 

La catastrofe del 4 agosto che ha devastato Beirut ha reso, se possibile, ancora più precaria la sua situazione sanitaria già disperata.

E’ per questo che la scorsa settimana i suoi genitori si presentano allo sportello che Mediterranean Hope (MH), servizio rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), ha aperto, insieme ad altre organizzazioni, nel quartiere di Geitawi, a meno di due chilometri dall’epicentro dell’esplosione, per far fronte alle numerose necessità: ripulire le strade, organizzare la distribuzione di pasti e medicine, visitare le persone anziane rimaste sole. 

I genitori di Amal mostrano la documentazione medica della bambina e chiedono aiuto. Irene Vlad, operatrice di MH, capisce immediatamente la gravità e l’urgenza della situazione e contatta il dottor Luciano Griso, coordinatore del progetto Medical Hope, uno dei programmi di MH. 

“Sapevo che l’ambasciata italiana può rilasciare visti per motivi di salute se il paziente riceve un sostegno da uno sponsor che dichiara che si farà carico di tutti i costi: medici, di trasporto e di soggiorno, – continua Griso -. Ho chiesto prima all’Ospedale Gaslini di Genova con il quale avevamo già collaborato ma in questo momento non c’erano le risorse finanziarie per affrontare questa emergenza. Allora mi sono rivolto alla Regione Piemonte”.

Ed è così che, a cavallo di ferragosto, la situazione si sblocca. Il consigliere regionale Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi, mette Griso in contatto con Luigi Icardi, assessore regionale alla Sanità della Lega, e nel giro di poche ore arriva la lettera di impegno della Regione a mettere a disposizione i fondi per l’emergenza per la salute di Amal.

Nel frattempo Griso ha contattato la professoressa Franca Fagioli, primario del reparto onco-ematologia pediatrica dell’Ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino. Anche loro sono disponibili ad accogliere Amal e curarla.

“Questa mobilitazione, immediata e rapida, si deve soprattutto alla grande umanità e disponibilità di tutti quelli che si sono, in prima persona, attivati affinché questa operazione avesse successo. Questa mattina Amal e il suo papà sono andati in ambasciata per avviare tutte le procedure burocratiche per la concessione del visto. A Roma e a Beirut il personale di Mediterranean Hope ha lavorato nei giorni scorsi per mettere a punto la documentazione che permette di iniziare l’iter con il Ministero degli Esteri e il consolato a Beirut. Spero con tutto il cuore che queste pratiche siano rapidissime e che Amal possa giungere in Italia già alla fine di questa settimana. Ogni giorno perso è un rischio per la sua vita”, ha detto Griso. 

Il futuro di Amal è comunque un’incognita. La sua è una malattia grave, i genitori e il fratello sono solo parzialmente compatibili e bisognerà cercare un donatore esterno. Tutta questa mobilitazione le sta offrendo una possibilità ma non la certezza di guarire.

“E’ una piccola storia – dice ancora il dottor Griso – ma rappresenta le mille altre storie che non vengono alla luce e che attraversano la vita di tutta la popolazione libanese. Come è noto sono riprese le manifestazioni contro il governo. Questa catastrofe ha fatto saltare le sia pur debolissime strutture che potevano offrire protezione e aiuto. La popolazione è allo stremo, c’è una fortissima inflazione, chi guadagna in dollari è fortunato, gli altri soccombono alla miseria e alla disperazione”, conclude.

Per questo la Federazione delle chiese evangeliche in Italia ha deciso di aprire una sottoscrizione per Beirut: i fondi raccolti saranno devoluti per interventi sanitari, aiuti economici a favore di famiglie in difficoltà, a sostegno di gruppi locali che distribuiscono pasti, a strutture ospedaliere.

I doni saranno raccolti sia sul conto FCEI tramite bonifico con la seguente causale “Sottoscrizione Beirut”, sia tramite Paypal con carta di credito.

Qui di seguito i dati:

BONIFICO BANCARIO

Intestatario conto: Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia – Via Firenze 38, 00184 Roma

Banca Unicredit – Via Vittorio Emanuele Orlando, 70, 00185 Roma

IBAN : IT 26 X 02008 05203 000104203419

PAYPAL