Valdesi: Riforma, responsabilità, partecipazione

Il testo integrale dell'intervento di Valdo Spini, già ministro dell'Ambiente, nel corso della tavola rotonda del 24 agosto a Torre Pellice

Torre Pellice (TO), (NEV/Confronti.net), 24 agosto 2020 – Si svolge questa sera alle 21 la tavola rotonda in occasione della serata pubblica organizzata dalla Tavola valdese, a Torre Pellice e in diretta Facebook sulla pagina della Chiesa valdese.
Atteso l’indirizzo di saluto tramite video messaggio di David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, e gli interventi degli ospiti della tavola rotonda: Vittorio Cogliati Dezza (Forum Disuguaglianze Diversità, Legambiente), Elly Schlein (vicepresidente Regione Emilia Romagna, in video collegamento), Valdo Spini (presidente Fondazione Circolo Fratelli Rosselli, già ministro dell’Ambiente); la serata sarà moderata da Claudio Paravati e Ilaria Valenzi (Centro Studi e Rivista Confronti) e arricchita dalla musica del maestro Alessandro Sgobbio, prima delle conclusioni affidate alla moderatora della Tavola Valdese, la diacona Alessandra Trotta.
Qui di seguito il sunto dell’intervento di Valdo Spini, che viene diffuso in anticipo:
“Proprio il 20 agosto è scattato l’Overshoot Day, il giorno in cui la natura ha esaurito le proprie risorse di cibo acqua e spazio disponibili per l’umanità nell’anno in corso. Il che significa che d’ora in poi, fino al 31 dicembre, consumeremo le risorse del futuro. Il lockdown per il Covid-19 ha ritardato questa scadenza di 3 settimane rispetto all’anno scorso, perché forzatamente abbiamo dovuto inquinare meno. È chiaro che non ci dobbiamo augurare di contare su simili avvenimenti, ma questo costituisce comunque un’indicazione sul nuovo modello di sviluppo rispettoso dell’ambiente che dobbiamo perseguire.
In tal quadro è senz’altro un elemento positivo che l’Unione Europea si appresti ad affrontare le conseguenze del post-Covid con un Recovery Fund (Fondo per la ripresa) che ha tra i suoi parametri fondamentali il Green Deal, ovverosia la politica ambientale.
Credo che sarebbe molto apprezzato dai fondatori come Altiero Spinelli e Mario Alberto Rollier, scomparso quarant’anni fa, che l’Unione Europea questa volta sia entrata in campo, e abbia dato vita a strumenti finanziari comuni per la ripresa post-Covid e che una parte di essi siano stati finanziati con titoli di debito europei.
L’Europa è quindi il punto di riferimento necessario e indispensabile per l’Italia. A noi toccheranno più d 190 miliardi di euro di Recovery Fund, di cui circa 80 a fondo perduto. In più sarebbe augurabile che ci avvalessimo anche del MES per rafforzare il sistema sanitario pubblico e l’azione di prevenzione sanitaria sul territorio. Questi fondi europei sono un’occasione irripetibile per l’Italia. Il nostro Paese è al bivio: o persegue una vera e propria Riforma d’Italia, o ricasca nelle vecchie piaghe e nei vecchi mali che ne hanno frenato lo sviluppo economico e sociale, e in definitiva civile.
Proprio da una località come Torre Pellice ci sentiamo di far partire un appello per questa vera Riforma d’Italia basata sul lavoro, l’impresa, l’ambiente, la formazione, l’istruzione e la coesione sociale. Ci vorrebbe un misto di etica protestante del lavoro evocata da Max Weber, di ecologia integrale ben descritta dalla Laudato Sii di papa Francesco; di welfare state alla Lord Beveridge, e di spirito di innovazione di un Bill Gates.
Tutto questo ha però un presupposto: che la società civile si dimostri capace di spingere e di motivare nuovamente alla partecipazione politica, e di farlo in particolare per i giovani. Il presupposto è una politica fatta di valori e di principi, e capace di suscitare non professioni ma vere e proprie vocazioni – d’altra parte il famoso termine Beruf può essere tradotto in entrambi i modi: professione o vocazione –.
Spetta alla politica consolidare e rendere duraturo quello spirito di solidarietà e di coesione che ci ha permesso di affrontare la fase più dura del lockdown. Ci rivolgiamo alle coscienze del nostro Paese perché questo spirito venga mantenuto, sia nella necessaria fase di prevenzione e di cautela che deve prevenire una ricaduta all’indietro della pandemia, sia nello spirito che deve animare la ricostruzione economica e sociale.
Siamo consapevoli che le conseguenze del covid 19 saranno sentite in particolare dai più deboli e dai più emarginati (ma non solo!), e non ci possiamo permettere dislivelli insostenibili di disuguaglianze nel nostro Paese. In tal senso abbiamo posto al centro di questa riflessione la giustizia sociale e ambientale nella ripresa economica e produttiva del nostro Paese”.
Per informazioni www.chiesavaldese.org