Roma (NEV), 1 ottobre 2020 – Tante piccole luci sulla spiaggia, per ricordare simbolicamente le persone che nel mare di Sicilia sono morte. “La serata a Sampieri, anche quest’anno, è stata fortemente voluta da Mediterranean Hope Casa delle Culture, in collaborazione con la Chiesa Evangelica Metodista Scicli e con tutte le altre associazioni che fanno parte del Patto di Solidarietà siglato con il comune di Scicli. Si è voluto organizzare un momento in ricordo delle 13 vittime del tragico naufragio avvenuto proprio a Sampieri il 30 settembre 2013, per fare in modo che questa data non venga dimenticata”.
Proprio sul ricordo ha incentrato il suo intervento il pastore Francesco Sciotto: “Oggi ricordiamo i tredici morti di Sampieri del 30 settembre e i più di trecentosessanta morti di Lampedusa di tre giorni dopo. Ma ricordiamo anche le migliaia di morti dei naufragi degli ultimi sette anni. I duecento morti degli ultimi trenta giorni. Persone morte di frontiera. Persone morte a causa delle mafie che prosperano con la frontiera. Il salmo più famoso della Bibbia è il salmo 23, un antico canto di viaggio, di pellegrinaggio. Come una vecchia canzone di viaggio cantata dagli italiani in cerca di una nuova vita e lavoro. Come le canzoni che oggi cantano i bambini sulle navi che aspettano un porto che li accolga. Il salmo è anche un’antica preghiera in cui ci si rivolge a Dio alla seconda persona, certi che il Signore ascolterà la voce del pellegrino, della viandante. Ma si parla di Dio anche alla terza persona. Il pellegrino, la viandante si rivolgono alla collettività, a chi li circonda. Tra quei naufraghi che muoiono ci sono migliaia di persone che parlano e cantano a Dio, ma che al contempo parlano e cantano a noi. Siamo certi che il Signore ascolti la loro voce. Noi, siamo ancora disposti a farlo?!”.
Anche Padre Agosta, sacerdote della parrocchia di Sampieri, ha sottolineato l’importanza del ricordo. Il sacerdote è stato tra i primi a recarsi sul posto in quella tragica giornata e quindi sente fortemente questa ricorrenza ed è presente ogni anno al momento di ricordo. Said Harmouchi, esponente della comunità islamica di Scicli, ha voluto ricordare le persone morte in mare che citando il Profeta ha definito “come figli dello stesso dio a prescindere dell’appartenenza religiosa”. Ha voluto poi anche ringraziare la comunità sciclitana per quello che ha fatto e per il supporto che offre alle persone che arrivano in paese.
La serata ha registrato la presenza di circa 100 persone che, nel pieno rispetto delle norme anti covid, hanno illuminato la battigia con la luce delle candele.
“Quella luce che rappresenta la vita – concludono gli organizzatori -, che purtroppo queste persone hanno perso in mare, e che deve accendere in noi la forza per gridare “basta morti” e sì ai corridoi umanitari, modi sicuri e legali per attraversare il Mediterraneo”.