Roma (NEV), 4 novembre 2020 – Primo via libera della Camera dei Deputati al disegno di legge Zan sull’omotransfobia, con 265 voti favorevoli, 193 contrari (Lega, FdI e Forza Italia) e 1 astenuto. Il testo, dal nome del relatore di maggioranza e deputato Pd Alessandro Zan, passa ora al Senato.
Per Giorgio Rainelli, presidente della R.E.F.O, rete evangelica fede e omosessualità e co-coordinatore della Commissione fede e omosessualità delle chiese battiste, metodiste e valdesi, “Dopo anni di lotte finalmente viene approvata alla Camera la legge che tutela le persone LGBTQIA, nonostante la forte opposizione delle destre più retrive. Un passo avanti é stato fatto nel riconoscimento e nella tutela dei diritti non solo delle persone LGBTQIA ma di tutte e tutti”.
“Forse – prosegue Rainelli – possiamo parlare dell’inizio della fine della discriminazione in base al genere e all’orientamento sessuale. Serve ora una campagna di sensibilizzazione mirata a rimuovere gli ostacoli culturali per combattere chi ancora vede nella parità di diritti una minaccia. La mobilitazione per l’approvazione di questa legge é stata forte non solo tra la persone LGBTQIA ma anche nella società civile e questo é un indice dei tempi che stanno cambiando”.
Dal presidente della REFO arriva infine “un appello a tutte e tutti: bisogna avere il coraggio di uscire allo scoperto, se si é oggetto di omobitransfobia, se si è oggetto di attacchi misogeni, non bisogna più nascondersi ma denunciare senza vergogna o paura le situazioni a rischio. Perchè, parafrasando Karl Marx,”non abbiamo da perdere che le nostre catene”. Come credenti nel Dio che “agisce con giustizia e difende tutti gli oppressi” (Salmo 103,6) non possiamo che essere soddisfatti per l’approvazione in un ramo del Parlamento – cui ci auguriamo segua quello del Senato – di questa legge che apre nuovi orizzonti al processo di inclusione di tutte e tutti anche nella società. La Camera dei Deputati ha approvato, finalmente, una legge che, quando avrà ottenuto anche l’ok del Senato, renderà un po’ più liber@ tutte e tutti noi”.
L’iter parlamentare del ddl, iniziato più di un anno fa, è stato lungo e travagliato: il testo arriva alla Camera dopo aver subito diverse modifiche, frutto di una complessa mediazione all’interno della stessa maggioranza.
Il testo aggiunge alle discriminazioni per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi gli atti discriminatori fondati “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere” e sulla disabilità o su una condizione personale di particolare vulnerabilità. Inoltre, modificando l’art. 604-ter del Codice penale, viene disposto che quando un reato è commesso con la finalità di discriminazione fondata sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere, o a causa di una disabilità, la pena prevista è aumentata fino alla metà
Contro la legge si è opposto sin dall’inizio il centrodestra, che giudica il provvedimento lesivo della libertà e che oggi ha protestato in aula.