Appello per il reddito minimo

Un comunicato dell'Eurodiaconia chiede un impegno concreto alla Commissione Europea. E la segretaria generale dell'ente europeo, intervistata da Voce evangelica, dichiara: "Finché non mettiamo in discussione la ricchezza, non sarà possibile affrontare la povertà".

foto di Alice Pasqual, unsplash.com

Roma (NEV), 17 novembre 2020 – Una direttiva quadro sul reddito minimo. L’ha chiesta alla Commissione europea l’Eurodiaconia in un comunicato di pochi giorni fa, firmato anche da altre organizzazioni quali Caritas Europa, EAPN, ETUC, Social Platform.

“Uno dei modi migliori per evitare che le persone vengano trascinate nella povertà è costruire la resilienza individuale e sociale – e forti sistemi di protezione sociale sono la pietra angolare di tale resilienza – spiegano i firmatari dell’appello -. In questo contesto, sistemi di reddito minimo adeguati, accessibili e abilitanti hanno un ruolo essenziale da svolgere, come rete di sicurezza finale”.

La presa di posizione fa riferimento alle conclusioni del Consiglio europeo, dello scorso 12 ottobre, sul “Rafforzamento della protezione del reddito minimo per combattere la povertà e l’esclusione sociale nella pandemia COVID-19 e oltre”. Queste conclusioni invitano l’esecutivo europeo ad “avviare un aggiornamento del quadro dell’Unione per sostenere e integrare efficacemente le politiche degli Stati membri sulla protezione del reddito minimo nazionale”.

“Una direttiva quadro sul reddito minimo – continuano i promotori dell’appello – sarebbe ricordata come la nuova iniziativa faro della Commissione che garantisce il diritto a un reddito adeguato alle persone nelle situazioni più povere e vulnerabili. Dimostrerebbe che l’UE mantiene le promesse e le sue priorità proteggendo allo stesso tempo le persone e il pianeta, nel suo impegno per una ripresa sociale inclusiva e sostenibile”.

 

Qui il testo integrale del comunicato congiunto, con tutte le sigle aderenti e anche l’elenco delle realtà della società civile e degli eurodeputati che supportano la causa. 

Heather Roy, segretaria generale di Eurodiaconia, intervistata da Gaëlle Courtens su Voce evangelica, il sito e la rivista della Conferenza delle chiese evangeliche di lingua italiana in Svizzera (CoCelis), ha chiarito: “Il reddito minimo adeguato si differenzia dal concetto del reddito universale di base nella misura in cui è mirato a sanare delle situazioni specifiche. Non è indirizzato a tutti e tutte, ma solo a quelle persone che non hanno abbastanza soldi per avere una vita degna di essere vissuta. Il reddito minimo adeguato è l’altra faccia della medaglia del salario minimo garantito”.

E ha rilanciato un altro tema “caldo”: la patrimoniale sulle grandi ricchezze. “Il Consiglio ecumenico delle chiese, insieme ad altri organismi di chiese internazionali – ha dichiarato nell’intervista su Voce evangelica – , promuove l’introduzione di un’imposta progressiva sul patrimonio, di una tassa per le transazioni finanziarie, di una “carbon tax”, di imposte sulle plusvalenze e tasse sull’eredità. Va detto che finché non mettiamo in discussione la ricchezza, non sarà possibile affrontare la povertà”.


Eurodiaconia è una rete europea di chiese e ONG cristiane, con 52 membri tra chiese e organizzazioni cristiane che forniscono servizi sociali e sanitari e promuovono la giustizia sociale.