Roma (NEV), 19 novembre 2020 – La Diaconia Valdese ha aderito al nuovo appello lanciato dall’Associazione Antigone, che si batte per i diritti e le garanzie nel sistema penale, per ottenere il rispetto e la garanzia delle condizioni igienico-sanitarie nelle carceri italiane, al fine di proteggere la salute delle e dei detenuti e delle/dei lavoratori della staff penitenziario.
“Il sovraffollamento delle carceri e l’inadeguatezza degli edifici e degli spazi carcerari – si legge in una nota pubblicata sul sito della Diaconia -, problemi per i quali da tempo si chiede un intervento strutturato e concreto, sono resi oggi ancora più attuali dall’emergenza covid-19 e dal potenziale rischio di una pandemia nelle carceri italiane”.
Di seguito l’appello lanciato da Antigone e sottoscritto, oltre che dalla Diaconia Valdese, da Anpi, Arci, Cgil, Gruppo Abele, Ristretti, Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia-CNVG, Uisp Bergamo, InOltre Alternativa Progressista, e che integra con alcune proposte di emendamento al decreto-legge 17 marzo 2020 l’appello già sottoscritto dalla Diaconia Valdese nel marzo 2020.
Conversione in legge del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, recante misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19
Gli eventi tragici dei giorni scorsi hanno scosso alle fondamenta il sistema penitenziario italiano. La paura, la solitudine, la disperazione, il sovraffollamento e i rischi di contagio da Covid-19 sia per i detenuti che per lo staff penitenziario impongono risposte urgenti ed efficaci, allo scopo di non recidere i rapporti con il mondo esterno.
I posti disponibili nelle carceri italiane sono 50.931, cui vanno sottratti almeno altri quattro mila attualmente inagibili. I detenuti presenti sono circa 59 mila. Alcuni istituti arrivano a un tasso di affollamento del 190%. Ogni giorno i detenuti sentono dire alla televisione che bisogna mantenere le distanze, salvo poi ritrovarsi in tre persone in celle da 12 metri quadri. Le condizioni igienicosanitarie sono spesso precarie. In quasi la metà ci sono celle senza acqua calda, in più della metà ci sono celle senza doccia. Con questi numeri, se dovesse entrare il virus in carcere, sarebbe una catastrofe per detenuti e operatori. Per gli uni e per gli altri bisogna muoversi subito.
Queste le proposte da noi elaborate per superare l’isolamento dei detenuti, per deflazionare il sistema penitenziario senza ripercussioni per la sicurezza, per proteggere i lavoratori. Ci auguriamo che siano immediatamente adottate.
Proposte emendamenti Art. 123 e Art. 124
Art. 123
– Comma 1: le parole “diciotto mesi” sono sostituite con le parole “trentasei mesi”
Si chiede di aumentare il termine massimo della pena da scontare per ottenere il beneficio, al fine di coinvolgere un numero maggiore di persone, e rendere più efficace l’intervento deflattivo
– Comma 1 lettere d) ed e): abrogate
– Comma 3, comma 4, comma 5: abrogati
Si richiede l’abrogazione degli stessi perché costituiscono preclusioni che, oltre a restringere l’ambito di applicazione, presentano problemi di effettiva applicabilità e di sostenibilità.
Art. 124
– aggiungere il seguente comma 1-bis:
all’art. 47-ter della L. 354/75 comma 01, aggiungere lettera f): “persona che riporti problemi sanitari tali da rischiare aggravamenti a causa del virus Covid-19”
– aggiungere un comma 1-ter:
all’art. 54 della Legge 345/75 le parole “quarantacinque giorni per ogni singolo semestre di pena scontata” sono sostituite con le parole “settantacinque giorni per ogni singolo semestre di pena scontata, applicabili retroattivamente fino all’intero 2018”
– aggiungere un comma 1-quater:
modificare il comma 1 lettera d) dell’art. 47 ter della Legge 345/75 sostituendo la parola “settanta” con “sessantacinque”.
– aggiungere un comma 1-quinquiens:
all’art. 280 del Codice di Procedura Penale, al comma 2 sono aggiunte le parole “non può mai essere disposta per la persona che riporti problemi sanitari tali da rischiare aggravamenti a causa del virus Covid-19, salvo che il giudice motivi con eccezionali ragioni di sicurezza”.
-aggiungere un comma 1-sextiens:
All’articolo 650 del codice di procedura penale, dopo il secondo comma è aggiunto il seguente: “salvo motivati casi eccezionali, i provvedimenti di esecuzione delle sentenze emesse nei confronti di persone che si trovano a piede libero sono trasformati dalla magistratura in provvedimenti di detenzione domiciliare”
Misure necessarie per intervenire in maniera significativa per ridurre la popolazione carceraria nonché favorire la scarcerazione delle persone ristrette con gravi problemi di salute.
Inoltre, riteniamo indispensabile prevedere misure idonee a tutela degli operatori, con la fornitura immediata e straordinaria di DPI a tutto il personale e l’immediata e progressiva sanificazione di tutti gli ambienti carcerari.