5° giorno contro la violenza. Maternità: scelta, destino o obbligo?

L’agenzia NEV ripropone in 16 puntate, dal 25 novembre (Giornata mondiale per l'eliminazione della violenza contro le donne) fino al 10 dicembre (Giornata mondiale dei diritti umani), il fascicolo “16 giorni contro la violenza” della Federazione delle donne evangeliche in Italia. In questa puntata si parla di maternità: scelta, destino o obbligo?

"Memorie" (2016), installazione di Daniela Capaccioli, rete metallica - foto Elena Ribet

Roma (NEV), 29 novembre 2020 – L’agenzia NEV ripropone, uno al giorno, gli spunti di riflessione del fascicolo redatto dalla Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI). Intitolato “16 giorni contro la violenza sulle donne. La salute è donna?”, il fascicolo è disponibile integralmente a fondo pagina in italiano e in inglese. I 16 giorni vanno dal 25 novembre, Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, al 10 dicembre, Giornata mondiale dei diritti umani.

16 giorni contro la violenza sulle donne

5° giorno – 29 novembre 2020

MATERNITÀ: SCELTA, DESTINO O OBBLIGO?

Lo slogan “maternità responsabile” cadde addosso alle donne della generazione delle nate nel dopoguerra, liberatorio e tormentoso, nel mezzo di un tortuoso cammino di cambiamenti. Bambine, avevamo passato gli anni ‘50, ancora segnate nell’ossessione della purezza, eredità d’anteguerra. Adolescenti eravamo cresciute nella diffusa cultura cattolica che sovrapponeva e confondeva i significati di astinenza, verginità, castità, continuava a separare maternità fisica e maternità spirituale. La sofferenza era attributo fondamentale, il sacrificio di sé obbligo. Furono anni di ipocrisia, di parole scambiate a mezza voce su quanto sesso fosse lecito senza troppo peccare salvaguardando l’imene. I cambiamenti nei costumi e nella società negli anni sessanta, il femminismo, una libera contraccezione e infine la possibilità di aborto legale affermarono la libertà di dire di sì e di no. Il peso di una decisione complessa fino a far paura si semplificava nella parola “responsabile”, stesa sopra ragione e sentimento, lasciando nel silenzio l’intimità del desiderio materno, sul quale la società patriarcale aveva costruito miti e modelli. Si poteva felicemente separare sesso e amore, difficile riunire eros e desiderio di generare. Finalmente la maternità non era destino o obbligo, era possibile scegliere se, quando e quanti figli avere, ma non avevamo tante parole che fossero lampade al nostro piede nell’esplorare ed esplorarsi. Non so quanto di inesplorato rimanga nelle donne delle generazioni venute dopo. Sulla generatività femminile c’è ancora da scavare per riunire e far luce.

DOMANDA per discutere

Le donne pensano ancora che i figli siano l’unica realizzazione di una donna?

SUGGERIMENTO DI VISIONE

UNEXPECTED regia di Kris Swanberg, Usa 2015, 90’

Un’insegnante di liceo stringe amicizia con una sua studentessa adolescente, quando entrambe si ritrovano incinte inaspettatamente. Il film affronta con delicatezza il tema del contrasto tra la carriera e la maternità.

VERSETTO BIBLICO

Ecco, i figli sono un dono che viene dal SIGNORE; il frutto del grembo materno è un premio (Salmo 127, 3)

COMMENTO

PREGHIERA

 

Padre nostro, aiutami a vedere l’altro/a nella sua bellezza effettiva e a sostenerlo/a nelle sue difficoltà, come tu ci hai insegnato.

Amen

Ci sono stereotipi che affaticano la vita delle donne. Uno di questi è la maternità vista non come scelta, ma come prerogativa naturale che bisogna assecondare a tutti i costi, pena il giudizio e l’esclusione sociale. Per troppi secoli la donna sterile è stata considerata mancante, se non addirittura maledetta. Il mondo, per queste donne, diventava inospitale perché prive di ciò che attribuiva loro un’autorità simbolica. Chi non riusciva ad accedervi, magari per responsabilità non sua, provava sulla propria pelle l’esclusione. Nella Bibbia viene narrata la storia di Anna, moglie sterile umiliata dalla sua rivale, madre di numerosi figli. Solo l’amore di suo marito, uomo comprensivo, tenero e sensibile, ha potuto anticipare l’azione salvifica di Dio. Con un retaggio culturale che vedeva la donna realizzata solo se madre, quanto dura è stata la lotta per acquisire il diritto a una maternità responsabile, oppure decidere un aborto, sempre causa di enorme sofferenza! La consapevolezza di valere per se stesse, e non per quello che si ha, è un concetto che si diffonde e afferma con fatica solo da poco. La collaborazione fra uomini e donne, delle relazioni improntate alla giustizia e all’affettività, il riconoscimento reciproco sono valori inestimabili che rendono la vita più facile.


Qui il fascicolo integrale in italiano: “16 giorni contro la violenza sulle donne. La salute è donna?

Qui il fascicolo in inglese: “16 days Fdei 2020_english