Svizzera. L’economia batte l’etica

Bocciati i due referendum che miravano a vietare aiuti economici ad aziende che producono armi e a obbligare le multinazionali a rispondere dei comportamenti non etici anche delle sedi in Paesi esteri

Roma (NEV/Riforma.it), 30 novembre 2020 – Domenica 29 novembre il popolo svizzero si è pronunciato mediante i consueti referendum popolari su due temi importanti, che hanno tenuto impegnato il dibattito politico ma anche sociale ed ecclesiastico per circa tre anni. Il primo sulle “multinazionali responsabili” cioè la richiesta che le aziende con sede in Svizzera, ma che operano anche in altri paesi, debbano rispondere dei danni commessi all’estero, se non dimostrano di avere operato in tutti i modi per prevenirli. Il secondo per vietare alla Banca nazionale svizzera, alle fondazioni e agli istituti di previdenza pubblica e professionale di finanziare i produttori di materiale bellico.

Entrambi i referendum, prevedendo modifiche costituzionali, necessitavano di una doppia maggioranza, quella dei votanti e quella dei cantoni, e per un soffio entrambi i referendum sono stati bocciati. Il voto sulle multinazionali responsabili ha visto da un lato vincere il sì con il 50,7% dei voti, ma il voto è stato contrario in 14 dei 26 cantoni, per cui il referendum è bocciato. Il voto sul divieto di aiuti alle aziende produttrici di armi è stato rigettato con il 57,5% dei voti e in quasi tutti i cantoni. Il Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Svizzera (FCES, ora Chiesa evangelica riformata in Svizzera – CERS) si era espressa in favore delle iniziative, come anche la Conferenza dei vescovi cattolici e l’Alleanza evangelica svizzera, parrocchie, la Federazione delle donne protestanti di Svizzera, l’Eper–Heks, la Diaconia delle chiese riformate elvetiche e molti altri organismi e ong, da Amnesty International a Zero Waste.

La prossima iniziativa promossa da vari gruppi pacifisti e umanitari, che mira a vietare le esportazioni di armi verso paesi colpiti dalla guerra civile, dovrebbe essere messa ai voti nel 2021.

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