Roma (NEV), 9 dicembre 2020 – Il pastore luterano Sverri Steinholm è cresciuto inseguendo le pecore lungo gli aspri e ripidi pendii delle Isole Faroe, arcipelago tra l’Islanda e la Norvegia. Nel pluripremiato cortometraggio del regista Tim Kemple, il pastore racconta la sua passione per la corsa, in un intreccio di immagini mozzafiato, preghiere, silenzi e salmi.
Sverri è un pastore, ma è anche un runner. È un corridore compulsivo. Per lui correre sembra essere la metafora di un’ascesa, di una redenzione, ma anche di guarigione e purificazione da tutto ciò che nella vita può rappresentare un peso. Che sia un disagio personale o il peso condiviso nella cura d’anime che un ministro di culto è chiamato a offrire, nella comunità, negli ospedali, in carcere.
“Le persone vogliono parlare con qualcuno che sappia tenere la bocca chiusa; non molti sono in grado di farlo” dice Sverri nel film, dove la grandezza della natura, quella di Dio e dello spirito sembrano ridimensionare l’essere umano: “Perché sono così stupido da fare questo? – si chiede il pastore mentre corre nel freddo, in condizioni estreme, a perdifiato –. Non lo farò mai più”. Ma poi, lo fa ancora e ancora, perché il richiamo è irresistibile, quasi “magico”.
“Le sue parole suoneranno vere per chiunque abbia trovato la pace nella natura” si legge nella presentazione su Vimeo. “In qualche modo sono spinto a farlo” – dice ancora il pastore -. Il corpo ne ha bisogno, o la mia anima, la mia mente.” Il pastore sente che la natura lo “graffia”, la sua potenza può “prenderti. Per me è una bella sensazione. È quello che sono. Io non sono così forte. La natura mi può spazzare via”.
Nelle Isole Faroe, l’83% della popolazione è parte della Chiesa luterana.
“The running pastor” è il primo di una serie di 4 cortometraggi sulle Isole Faroe; gli altri si intitolano “The spirit seeker”, “The ground shaker” e “The titans”.
Guarda il corto su VIMEO