Diritti umani, le chiese europee chiedono rispetto per i luoghi di culto

Nella Giornata internazionale per i diritti umani che si celebra oggi, 10 dicembre, la Conferenza delle chiese europee (KEK) auspica maggiore tutela per il patrimonio culturale, religioso e simbolico

foto di Claudia van Zyl, da unsplash.com

Roma (NEV), 10 dicembre 2020 – Il diritto alla libertà di culto come diritto umano, nella giornata internazionale sancita dalle Nazioni Unite. Lo rivendica, alludendo in particolare agli ultimi tragici fatti accaduti in Europa, la Conferenza delle chiese europee (KEK), in una dichiarazione rilasciata in occasione di questa giornata.

“In occasione della Giornata delle Nazioni Unite per i diritti umani il 10 dicembre – scrivono le Chiese europee – chiediamo l’attuazione del “Piano d’azione delle Nazioni Unite per
Salvaguardare i siti religiosi. Il 2020 ha rappresentato, come nessun altro anno, a causa della rapida diffusione del Corona virus, un alto tributo in termini di vite umane, ma anche sull’esercizio dei diritti umani.
La libertà di religione o di credo nel suo senso comune è stata limitata al fine di preservare
salute pubblica. Questa restrizione all’accesso ai luoghi di culto non ne ha diminuito
l’importanza per i credenti. Oggi, dobbiamo essere consapevoli che in Europa molti siti religiosi rimangono luoghi di contesa. Quest’anno, musei come Hagia Sophia e la chiesa di Chora in Turchia sono stati trasformati in moschee. La cattedrale di Ghazanchetsots a Shushi, Nagorno Karabakh, è stata distrutta nel conflitto armeno-azero. Ci sono state sparatorie vicino alla Sinagoga di Vienna e l’uccisione dei cristiani nella cattedrale di Nizza […] Chiese, moschee, sinagoghe, cimiteri, tombe, edifici religiosi e altri luoghi sacri rappresentano il patrimonio culturale religioso. Questo patrimonio fa parte dell’identità religiosa degli individui e della loro comunità. Attaccare, vendere, smantellare e cambiare lo scopo del luogo di culto è un attacco all’identità religiosa, culturale e linguistica dei credenti. Ricostruire luoghi di culto, quindi, aiuta a ripristinare la dignità individuale e collettiva, aiuta a costruire la coesione sociale e fa fiorire il pluralismo”.

Di qui, l’appello della KEK, “per rilanciare la consapevolezza nelle società europee della necessità di attuare misure per salvaguardare tutti i siti religiosi, per rispettare i diritti delle
minoranze religiose e delle maggioranze allo stesso modo”.
“Mantenere tali siti significa mantenere sia la memoria che la testimonianza del nostro comune passato; dissacrarli o addirittura distruggerli danneggia il nostro patrimonio culturale e costituisce un pericolo per la pace in Europa e nei paesi vicini”, conclude il documento della Conferenza delle chiese europee.