Giornata migranti: diritti negati, politiche emergenziali, pandemia

Si ricorda oggi l'adozione da parte dell'Assemblea Generale Onu della "Convenzione per la protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie". Il documento, approvato il 18 dicembre 1990, è entrato in vigore nel 2003

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Roma (NEV), 18 dicembre 2020 – Oggi si celebra la Giornata internazionale dei migranti. La Federazione delle chiese evangeliche in Italia è impegnata da sempre per tutelare i diritti delle persone costrette a lasciare il proprio Paese d’origine. Attualmente, attraverso Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della FCEI, sono attivi diversi progetti: i corridoi umanitari dal Libano, un osservatorio delle migrazioni a Lampedusa, la Casa delle culture a Scicli, un nuovo polo per l’assistenza sanitaria ai braccianti a Rosarno, con una nuova campagna di raccolta fondi, nata a seguito dell’emergenza sanitaria del coronavirus, per effettuare tamponi gratuiti, in collaborazione con la ONG Medu.

Nel 2019 11.471 persone hanno raggiunto l’Italia dopo aver rischiato la vita nel Mediterraneo. Nel 2019 oltre 1.500 bambini e ragazzi arrivati in Italia via mare hanno affrontato il viaggio attraverso il Mediterraneo da soli. (Fonte: Unhcr Italia). Nel 2020 – un dato aggiornato al 14 dicembre scorso – sono state 32.917 le persone sbarcate in Italia (in questo portale Unhcr tutti i dati aggiornati).

“Re-immaginare la mobilità umana” è il titolo che l’Organizzazione mondiale per le migrazioni (IOM) ha dato alla campagna per la giornata odierna: “Il Covid19 – si legge sul sito dell’organizzazione – è stato il problema decisivo del 2020 e mentre le Nazioni Unite celebrano oggi la Giornata internazionale dei migranti e riflettono su come possiamo reimmaginare la mobilità umana, segnaliamo i contributi che i migranti stanno dando e l’impatto del virus sulle loro vite. La pandemia colpisce in modo sproporzionato i migranti che spesso si trovano ai margini della società. Nonostante si prendano cura dei malati e forniscano i servizi essenziali, troppo spesso sono i primi a perdere il lavoro e gli ultimi ad essere riassunti, esclusi dai servizi sociali essenziali, ingiustamente ostracizzati come portatori della malattia e, in casi estremi, lasciati preda di coloro che trarrebbero vantaggio dalla loro vulnerabilità”.

Secondo l’ultimo World Migration Report dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim), le persone migranti nel mondo sono 272 milioni, circa il 3,5% della popolazione mondiale, due terzi delle quali cambiano Paese per motivi di lavoro. L’India è il Paese di origine del maggior numero di migranti (17,5 milioni), seguita da Messico e Cina.