La “strisciante militarizzazione” dell’Unione europea

L’ufficio internazionale di Church and Peace commenta la politica di sicurezza dell'UE

Il monumento "Porta di Lampedusa, Porta d'Europa” di Mimmo Paladino

Roma (NEV), 4 marzo 2021 – L’’ufficio internazionale di “Church and Peace” ha diramato un documento riguardante le politiche di sicurezza dell’Unione europea (UE). Church and Peace (Chiesa e pace) è un organismo che riunisce diverse chiese e gruppi della società civile in Europa.

Church and Peace considera la nuova strategia di sicurezza e difesa dell’UE, in particolare dal 2016, una “minaccia per il progetto di pace in Europa”.

L’organismo parla del rischio di una “militarizzazione strisciante dell’UE”, anche nel contesto del Quadro finanziario pluriennale.  Il 1° gennaio 2021 è iniziata una nuova era dell’Unione europea. Con la Brexit, ma anche con la nuova fase di bilancio del Quadro 2021-2027.

La dichiarazione di Church and Peace

Il Comitato esecutivo di Church and Peace parla di “un serio cambio di paradigma”. Il Fondo europeo per la difesa, adottato dal 2017 per finanziare la ricerca e la produzione di armi, è stato infatti “ancorato” al bilancio dell’UE.

Sul tavolo vi sono anche i temi dello sviluppo e della cooperazione internazionale. “C’è il pericolo che i fondi vengano utilizzati a livello intersettoriale. Soprattutto perché il ‘controllo delle migrazioni’ è una questione trasversale” sostiene Church and Peace. La critica va anche al Fondo europeo per la pace deciso dal Consiglio europeo. “Uno dei suoi obiettivi, infatti, è rafforzare le capacità militari dei paesi terzi attraverso l’addestramento e le armi”.

Church and Peace, inoltre, considera “scandaloso” che anche questa Presidenza del Consiglio “non abbia adottato una politica di asilo e migrazione umana e solidale. Alla luce dei drammi umanitari alle frontiere esterne dell’UE, come testimoniano i membri impegnati di Church and Peace, la gestione della crisi del covid-19 e della Brexit non possono servire da legittimazione”.

Nel documento, Church and Peace sottolinea la necessità che l’UE continui a fornire i fondi necessari per lo sviluppo e i compiti civili di mediazione per la pace, in stretta cooperazione con la società civile.

In conclusione, il Comitato esecutivo di Church and Peace invita i cittadini dell’Unione europea, le chiese e le organizzazioni in tutta Europa a continuare a “insistere affinché l’UE sviluppi ulteriormente le sue attuali competenze per la pace, la giustizia, i diritti umani e la sostenibilità. E, quindi, rafforzi l’Europa della pace, anziché vincolare risorse umane e finanziarie ad armamenti e azioni militari”.

Leggi la dichiarazione integrale al seguente link. https://www.church-and-peace.org/wp-content/uploads/2021/02/Statement-on-security-policy-decisions-EU-February-2021.pdf.

Anche la Conferenza delle chiese europee (KEK) ha diramato il documento. La Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), inoltre, lo ha segnalato in una recente comunicazione.