Il giorno del Sommo Poeta. Tra letteratura, fede, lingua italiana

Tantissime iniziative oggi in occasione dei 700 anni dalla scomparsa di Dante Alighieri. Uno sguardo protestante sulla figura del genio fiorentino al centro dell'ultima puntata di Protestantesimo e di un editoriale su Riforma

Roma (NEV), 25 marzo 2021 – “Quanti lettori, la maggior parte dei quali non specialisti, l’agricoltore Dante continua a raccogliere lungo il podere del tempo? Una caratteristica che ricorda molto da vicino proprio la Bibbia: le opere immortali sono quelle che suscitano sempre nuovi appassionati fruitori e, nel caso del Verbo di Dio fattosi pagina, anche umili seguaci”. Così scrive Giuliano Bascetto in un editoriale pubblicato oggi da Riforma.

L’occasione è ovviamente il Dantedì, che si celebra oggi, 25 marzo, la data che i dantisti riconoscono come l’inizio del viaggio nell’aldilà descritto nella “Divina Commedia”, a 700 anni dalla morte del Sommo Poeta.

Un’occasione anche per riflettere sull’enorme apporto culturale di colui che è considerato il “padre” della lingua italiana. Dante Alighieri, come anche Martin Lutero duecento anni dopo, comprese infatti il valore della lingua del popolo.

Tutto questo ha influito quindi anche sulla Riforma: “Ha inciso moltissimo, al di là del valore culturale, anche dal punto di vista religioso, perché ha significato restituire la parola di Dio al popolo, ha tagliato un legame che rendeva dipendente il popolo dal clero e gli ha permesso di diventare responsabile della propria avventura di fede e del proprio incontro con Dio e con Cristo”, ha dichiarato il pastore Eric Noffke, ospite della trasmissione di Protestantesimo di domenica scorsa, dedicata alla figura del sommo poeta.

Qui il link per rivedere la puntata del programma su RaiDue, intitolata “Dante, Lutero e l’aldilà”. 

Papa Francesco nella lettera apostolica “Candor Lucis aeternae”, pubblicata oggi, ha dichiarato: “Nella missione profetica di Dante si inseriscono, così, anche la denuncia e la critica nei confronti di quei credenti, sia Pontefici sia semplici fedeli, che tradiscono l’adesione a Cristo e trasformano la Chiesa in uno strumento per i propri interessi, dimenticando lo spirito delle Beatitudini e la carità verso i piccoli e i poveri e idolatrando il potere e la ricchezza”. Ma “attraverso le parole di San Pier Damiani, di San Benedetto e di San Pietro”, prosegue il pontefice, “il Poeta, mentre denuncia la corruzione di alcuni settori della Chiesa, si fa portavoce di un rinnovamento profondo e invoca la Provvidenza perché lo favorisca e lo renda possibile”.

Oggi intanto sono migliaia le iniziative che celebreranno il Dantedì, la Giornata nazionale dedicata all’autore della Divina Commedia, istituita nel 2020 dal Consiglio dei ministri su proposta del Ministro della cultura Dario Franceschini. La lista completa delle iniziative sul sito del Ministero della Cultura e sui suoi canali social. “E’ appena il secondo anno del Dantedì e sono già tantissime le iniziative in tutta Italia e online per celebrare Dante – ha dichiarato il ministro, sottolineando come – in un momento difficile come questo attorno a Dante vi sia una grande vitalita’ e coesione della comunità nazionale. In fondo, lui stesso – ha aggiunto Franceschini – ci ha indicato la strada quando alla fine del lungo viaggio all’Inferno ha concluso con ‘e quindi uscimmo a riveder le stelle’. Ecco, arriverà in fretta il momento in cui potremo uscire a rivedere le stelle: tornerà la musica nelle piazze, torneranno gli spettacoli teatrali, torneranno i festeggiamenti”. La giornata culminerà nella diretta serale Rai dal Quirinale, dove Roberto Benigni reciterà il XXV canto del Paradiso.