Uomini che rompono il silenzio sui femminicidi. E tu?

Un appello dell’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne

Foto di Paola Cavallari

Roma (NEV), 25 marzo 2021 – “Troppe donne vengono ammazzate. E tu, uomo che stai leggendo, cosa fai?”. Inizia così l’appello dell’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne, promosso con le Comunità cristiane di base italiane e la rivista Esodo.

“Nell’arco di pochi giorni e in varie città d’Italia, alcuni uomini hanno rotto il silenzio e hanno preso posizione pubblicamente” si legge sull’appello.

Il documento cita diverse esperienze che hanno visto uomini prendere la parola contro la violenza sulle donne. Da quella dell’associazione “Noi uomini” a Palermo, a quella di Trento che ha coinvolto, fra gli altri, il sindaco Franco Ianeselli, il presidente della Provincia Maurizio Fugatti e don Cristiano Bettega della diocesi di Trento (già direttore dell’Ufficio nazionale ecumenismo e dialogo interreligioso – UNEDI). E, ancora, il flash mob di Biella con gli uomini in scarpe rosse, il raduno ad Albenga, e altri.

Sono sempre di più le occasioni in cui gli stessi uomini evidenziano che la violenza contro le donne è un problema “degli uomini”, ed è ora di prenderne coscienza.

Nell’appello è citato anche il video-progetto “Inizio da me. Contro la violenza sulle donne a partire dal proprio essere uomini”. Lanciato lo scorso novembre dal Collegio pastorale battista dell’Unione Cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI), ha avviato “una discussione sulla violenza contro le donne tra gli uomini impegnati nel ministero pastorale”.

Cosa fare?

Molto è stato fatto, ma molto resta ancora da fare: formazione per le forze dell’ordine e i servizi sociali e sanitari, formazione delle nuove generazioni, dei mass media, costruzione di nuovi modelli culturali e identitari, sia per le donne sia per gli uomini.

L’invito è “a farvi interpellare, all’ascolto, alla presa di coscienza, ad unirvi alle iniziative in corso, a crearne di nuove, a seconda delle opportunità che il vostro ruolo riveste e le vostre relazioni consentono. Il cuore della questione è non chiamarsi fuori, non tacitare la propria coscienza, non illudersi che ne siano danneggiate solo le donne uccise”.

Occorre tutelare le sopravvissute alle violenze e fare prevenzione a tutti i livelli “soprattutto durante questo periodo di chiusura forzata all’interno delle proprie case” si legge ancora nell’appello, che denuncia la violenza su donne “ammazzate da chi diceva di ‘non voler vivere senza averle accanto’, uomini che si sono avventati su persone inermi con un accanimento efferato, usando anche l’accetta (Clara Ceccarelli è stata ammazzata con 115 coltellate). […] La lista delle vittime, lo scenario delle brutalità e atrocità dei femminicidi, la costellazione delle vessazioni e delle violenze morali è troppo ampia e profonda per essere qui tematizzata adeguatamente. È un continuum di massacri che non viene colto in tutto il suo carico distruttivo”.

Per approfondire vai sul sito dell’Osservatorio.

Qui l’appello integrale in pdf: APPELLO FEMMINICIDI Troppe donne vengono ammazzate.


L’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne è nato nel 2019 con un Protocollo d’intesa. Dell’Osservatorio fanno parte donne di diverse tradizioni religiose (cristiane protestanti – luterane, metodiste, valdesi, battiste, avventiste, pentecostali -, cattoliche, ortodosse, ebraiche, islamiche, induiste, buddhiste).