Notte degli oscar, “un cinema senza i cinema”

Il pastore Peter Ciaccio, teologo “pop” ed esperto cinefilo, commenta la cerimonia e i premi assegnati

Foto: Cameron Venti, unsplash

Roma (NEV), 26 aprile 2021 – Nessuna statuetta per l’Italia, tre premi invece per ‘Nomadland’, miglior film. Si è svolta stanotte la cerimonia di consegna dei premi Oscar 2021. L’ha seguita in diretta e ne è “appassionato da sempre” il pastore Peter Ciaccio, teologo “pop” e grande esperto cinefilo, che ci racconta com’è andata e cosa l’ha colpito.

foto: Merch HÜSEY, unsplash

“E’ stata una cerimonia molto strana – spiega il pastore -, perchè la maggior parte delle persone non ha visto i film in concorso. Una serata in cui si è celebrato il “cinema senza i cinema”, come dire. Non c’è stata cioè la vittoria delle sale. Anche la cerimonia in sé è stata ben diversa, ristretta, in un piccolo teatro, e molto meno celebrativa del solito. Quanto ai temi, registro sicuramente un netto cambiamento, una svolta radicale, con finalmente una attenzione molto accentuata alla diversità culturale. Anche rispetto al genere c’è un’inversione di rotta, in particolare rispetto ai riconoscimenti alle donne nel ruolo di registe, come la regista cinese che ha vinto quest’anno. Ricordiamo che in 93 anni solo sette donne registe sono state candidate agli Oscar, la prima fu Lina Wertmüller, nel 1977, per “”Pasqualino Settebellezze”. Gli Academy award rappresentano secondo me non uno specchio della realtà ma un sistema secondo me in qualche modo più arretrato di quanto non sia invece la società”.

Chloè Zhao, prima regista donna asiatica a vincere un Academy Award e seconda donna in assoluto, ha dedicato il premio “a tutti quelli che hanno il coraggio di tenere fede alla bontà che c’è in se stessi e negli altri, indipendentemente da quanto possa essere difficile”.

“E’ stato molto bello ed inaspettato quello che ha detto – commenta Ciaccio -. La cerimonia degli oscar è spesso mielosa, a volte quasi stucchevole. Proprio per questo il suo è stato un discorso serio e necessario, perchè la storia che racconta in Nomadland è dura. Non solo, da un anno a questa parte viviamo tutti condizioni difficili, sta uscendo spesso anche il peggio di noi, molte persone stanno sicuramente sperimentando questa condizione. Dunque provare ad attaccarsi al buono, come fosse un’ancora, è un messaggio davvero importante, credere ancora e sempre nella bontà di ognuno anche in questi tempi complessi. Speriamo davvero sia ascoltato, che non rimanga solamente una battuta in una serata di premio”.