Migranti, i valdesi Usa scrivono a Von Der Leyen

"Temiamo che l'antica visione dell'accoglienza dei migranti, portata dai nostri antenati negli Stati Uniti dall'Europa, stia ora morendo su entrambe le sponde dell'Atlantico".

foto di Clément Dellandrea, unsplash

Roma (NEV), 20 maggio 2021 – Una lettera alla Presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen da parte della Società valdese americana, per chiedere un maggiore impegno in favore dell’accoglienza delle persone migranti.

“Vi scriviamo come americani che hanno legami profondi e di lunga data con l’Europa e in particolare con i cristiani italiani […] abbiamo fatto tesoro dei valori europei di tolleranza, inclusività e apertura agli stranieri. Come discendenti di immigrati dall’Europa, abbiamo amato l’idea europea, espressa da Emma Lazarus, figlia di ebrei portoghesi, nella sua poesia per la Statua della Libertà nel porto di New York, che dice: “… dammi la tua stanchezza, i vostri poveri, le vostre masse rannicchiate desiderose di respirare libere, i miserabili rifiuti della vostra riva brulicante. Mandami i senzatetto, sbattuti dalla tempesta”. Molte di quelle “masse raggomitolate” alla fine sono diventate la spina dorsale della società americana”, si legge nella missiva, firmata in particolare da Carol Bechtel, direttorio esecutivo, Brad Lewis, presidente e Duncan Hanson, coordinatore per le comunicazioni della Società valdese nordamericana.

“Temiamo che questa antica visione dell’accoglienza dei migranti, portata dai nostri antenati negli Stati Uniti dall’Europa, stia ora morendo su entrambe le sponde dell’Atlantico. Abbiamo visto la sofferenza dei migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo verso l’isola di Lampedusa – continuano i valdesi – e quanti di loro perdono la vita prima ancora di raggiungere le coste dell’Europa. Ma siamo anche dolorosamente consapevoli della difficile situazione dei migranti che tentano di attraversare il Mar Egeo fino a Lesbo, così come quella di altri migranti che cercano di entrare in Europa attraverso l’enclave spagnola di Ceuta e altri ancora espulsi con la forza dall’Ungheria. Non possiamo vedere nessuna di queste sofferenze senza pensare anche all’indicibile angoscia dei migranti che tentano di entrare nel nostro paese lungo il confine meridionale”.

In particolare, i valdesi statunitensi chiedono all’UE “di sostenere la creazione di nuovi corridoi umanitari in modo che i migranti più vulnerabili possano entrare legalmente e in sicurezza in Europa; esortare gli Stati membri dell’Unione ad aumentare le loro quote nazionali per il reinsediamento nel quadro del Patto globale delle Nazioni Unite sui rifugiati e della Strategia triennale sul reinsediamento e sui percorsi complementari; facilitare il processo di ricollocazione dei migranti dall’Italia e da altri paesi di prima linea in modo che tutti gli Stati membri dell’Unione Europea abbiano la loro giusta parte della responsabilità europea condivisa per l’accoglienza dei migranti; sviluppare un piano d’azione globale dell’UE che consideri la migrazione globale non come un’emergenza ma come un processo normale e a lungo termine che richiede strategie di cooperazione, integrazione e inclusione sociale”.

Infine, un riferimento al discorso del presidente dell’Europarlamento David Sassoli del 25 febbraio scorso al Consiglio europeo, che “esprime perfettamente la nostra preghiera per l’Europa e per gli Stati Uniti: “Non possiamo tornare al mondo di prima della pandemia. Abbiamo bisogno di più democrazia, più solidarietà, più Europa”.