Roma (NEV), 24 giugno 2021- Il Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) è riunito in questi giorni per definire il programma di lavoro in vista dell’Assemblea generale che si terrà a Karlsruhe, in Germania, nel 2022.
L’Assemblea si riunisce ogni otto anni. È l’unico momento in cui l’intera comunione ecumenica globale si riunisce per la preghiera e la celebrazione. Sarà l’XI edizione del più alto organo di governo del CEC. Tema: “L’amore di Cristo muove il mondo alla riconciliazione e all’unità”.
Nella conferenza stampa di oggi, aperta e condotta dalla direttrice della Comunicazione del CEC Marianne Ejdersten, sono intervenuti la moderatrice del Comitato centrale del CEC, Agnes Abuom, e il Segretario generale ad interim, Padre Ioan Sauca. Abuom e Sauca hanno illustrato gli orientamenti di lavoro del Comitato, che si è riunito online.
Intervento di Agnes Abuom
“Vogliamo condividere cosa stiamo facendo come comunione e come organo esecutivo del CEC – ha detto la moderatrice Abuom –. Intendiamo pregare e camminare insieme. Nonostante il covid, abbiamo sentito necessario comunque incontrarci, per continuare uniti verso l’XI Assemblea. La pandemia pone ancora delle incertezze, ma è nostra intenzione mantenere i nostri impegni”.
Il Comitato sta lavorando sul programma dell’Assemblea, in collaborazione con diverse delegazioni. Inoltre ci sono in agenda le adesioni di due nuove chiese, i rapporti all’Assemblea e la strategia finanziaria del CEC.
“Riflettiamo sui ministeri e sulla leadership delle nostre chiese – ha proseguito Abuom –, sapendo che uno dei punti centrali che richiede tempo e impegno è la risposta al covid. Le chiese hanno avuto perdite, ma hanno anche mostrato resilienza e trovato meccanismi per affrontare la crisi e diffondere il vangelo. Nelle sfide economiche e sociali, continuiamo a cercare l’unita della chiesa e dell’umanità. Dobbiamo alimentare la speranza dove non c’è. Alimentare l’amore sopra le divisioni, la separazione e la perdita”.
Intervento di Ioan Sauca
Ioan Sauca ha detto: “Nella pandemia abbiamo capito che ci apparteniamo come esseri umani e ci apparteniamo, come cristiani, in quanto membra del corpo di Cristo. Non sono tempi facili. Le nostre chiese hanno attraversato sofferenza e morte. Il covid ha portato a molte sfide, ma c’è speranza nelle sfide”.
Il Segretario ha sottolineato gli insegnamenti della pandemia: “Abbiamo compreso l’appartenenza e la cura reciproca, spiritualmente, teologicamente, ma anche umanamente. Abbiamo imparato a lavorare online, con una comunicazione moderna. Abbiamo continuato le visite nelle chiese locali, con grandi impatti e risultati. Penso che anche quando torneremo alla ‘normalità’, il nostro modo di lavorare non sarà lo stesso. Il covid è un’opportunità, con la quale abbiamo migliorato la comunicazione con le chiese, con nuovi strumenti, incontri, webinars, preghiere globali. Siamo stati insieme, supportandoci come unica famiglia della chiesa. La pandemia ha reso più visibili le disuguaglianze e il peccato di razzismo. Per questo come CEC intendiamo costruire un nuovo programma di contrasto al razzismo, ma non solo. Il tema dell’XI Assemblea sembra provvidenziale. È stato scelto prima del covid, non potevamo immaginare che sarebbe stato così puntuale: l’amore di Cristo muove il mondo verso la riconciliazione e l’unità”.
In conferenza stampa sono stati toccati molti altri temi. Il linguaggio cristiano delle chiese. L’importanza e il potere della preghiera. Il lavoro sui diritti umani e sulla dignità. Il dialogo e il bisogno di equità fra palestinesi e israeliani, per il superamento di ogni sofferenza di ogni persona nella Terra Santa. La lotta all’antisemitismo. La giustizia di genere. La lotta allo stupro e alla violenza domestica. La pace. La giustizia climatica, economica, sociale. La sicurezza alimentare. La tutela dell’ambiente e della natura. La sostenibilità. Il dialogo con la chiesa cattolica.