Teologhe italiane chiedono approvazione Ddl Zan

Roma (NEV), 9 luglio 2021 – Anche il Consiglio di Presidenza del Coordinamento teologhe italiane (CTI) interviene sull’approvazione del Ddl Zan contro l’omotransfobia.

“È scaduto il tempo per gli indugi – scrivono le teologhe –. Sono assolutamente insopportabili e inaccettabili le cattiverie, le chiusure, gli insulti che feriscono sorelle e fratelli omosessuali […] È ora di scegliere da che parte stare. Non dalla parte di chi giudica senza capire. Non dalla parte di chi vuole controllare la grazia di Dio. Non dalla parte di chi teme che le differenze possano corrompere il bene. Non dalla parte di una cultura che misura l’amore senza mai riferirsi alla disponibilità di dare la vita per coloro a cui vogliamo bene […] Dovremmo sapere – le donne solitamente lo sanno – che la differenza sessuale è il segno della finitezza di ogni vita che viene al mondo. E che questa differenza è al contempo biologica, psichica, simbolica e sociale e che con tutti questi tratti essa si fa storia. Invece ancora non lo abbiamo capito. È dunque questo lavoro ermeneutico a essere urgente e dovremmo iniziare a farlo nelle scuole, nelle nostre catechesi, nelle nostre famiglie. L’omotransfobia si evita così, con un’educazione alle differenze”.

Intanto, in poche ore, anche l’appello del progetto Gionata, che si occupa di cultura e sensibilizzazione sui temi della fede di cristiani LGBT, è stato firmato da 631 persone e da 46 associazione e gruppi, cattolici e non. Tra i firmatari, anche le pastore Daniela Di Carlo, Elizabeth Green, Anna Maffei e Letizia Tomassone. L’appello con le relative firme sarà consegnato ai senatori e senatrici della Repubblica italiana il 10 luglio. Anche il CTI sostiene l’appello, pur avendo scelto di non firmarlo come associazione.

Leggi l’approfondimento su Riforma.it


Leggi anche:


Ddl Zan, FCEI: “Sorpresa e preoccupazione per l’iniziativa vaticana”. Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia: “Insegnare è una cosa, istigare alla discriminazione tutt’altra”


Ddl Zan, P.Naso (FCEI): “La chiesa non discrimina ma accoglie. Diritti sono sempre urgenti”


Ddl Zan, “la chiesa non è un tribunale della sessualità”