In memoria di Lidia Pöet, prima avvocata d’Italia

Oggi a Torino sarà intitolato un giardino alla prima donna ad essere iscritta all’Ordine professionale degli avvocati, nata a Traverse, borgata di Perrero in Val Germanasca nel 1855, in una famiglia valdese

Foto dal blog Il centro

Roma (NEV), 28 luglio 2021 –La prima donna avvocata d’Italia fu una valdese, Lidia Pöet. 

Oggi, a, Torino, sarà intitolata alla sua memoria un’area giochi, all’interno dei giardini “Nicola Grosa”, situata fra i corsi Inghilterra e Vittorio Emanuele II e le vie Falcone e Cavalli.

Alla cerimonia saranno presenti la sindaca Chiara Appendino, il vicepresidente vicario del Consiglio comunale, Enzo Lavolta, la presidente della Circoscrizione 3, Francesca Troise, la presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Torino, Simona Grabbi.

“Lidia Poët è stata la prima donna ad essere iscritta all’Ordine professionale degli avvocati – si legge sul sito dell’amministrazione del capoluogo piemontese -. Ottenuta la laurea a pieni voti il 17 giugno 1881, con una tesi sul diritto di voto alle donne, svolto il praticantato e superato l’esame di abilitazione alla professione forense, Lidia Poët nel 1883 ottenne l’iscrizione all’Ordine degli avvocati e procuratori di Torino. Iscrizione annullata da una sentenza della Corte d’Appello di Torino, confermata dalla Corte di Cassazione e, definitivamente, in Corte d’Appello. L’avvocata Poët riuscirà, infine, ad ottenere l’iscrizione all’Ordine solo nel 1920, a 65 anni, a seguito dell’approvazione in Parlamento della Legge Sacchi, che autorizzava ufficialmente le donne ad entrare a far parte degli uffici pubblici”.

Qui è possibile riascoltare la puntata del ciclo “Vite che non sono la tua – Spiriti liberi”, realizzata dalla rivista e centro studi Confronti per Radio Rai Tre, a cura di Marzia Coronati, in cui si racconta proprio la storia della valdese Lidia Pöet.

“La prima studentessa donna a varcare la soglia di un’università italiana di giurisprudenza e contro il parere dei benpensanti ha sempre esercitato e messo a disposizione dei più deboli le sue competenze legali – si legge nella presentazione del podcast di Confronti -. Nel corso della sua intensa vita Pöet ha incrociato Cesare Lombroso, Victor Hugo, Paul Verlain, Guy del Maupassant, Gianni Agnelli…Ognuno di loro si è stupito di fronte alla sua professionalità e brillantezza, in un epoca in cui il foro era frequentato esclusivamente da uomini”.


Lidia Poët, di famiglia valdese, nasce a Traverse, borgata di Perrero in val Germanasca (TO) nel 1855. Si diploma come maestra nel 1878 e si iscrive, contro la volontà paterna, alla Facoltà di legge dell’Università di Torino. Si laurea nel 1881 con una tesi sulla condizione della donna nella società, con particolare attenzione alla questione del voto femminile. E’ la prima donna in Italia a laurearsi in giurisprudenza. Supera gli esami per diventare procuratore generale e chiede l’iscrizione all’albo degli avvocati. L’Ordine degli avvocati di Torino si spacca ma consente alla Poët l’iscrizione. Decisione impugnata dal procuratore del Re presso la corte di Appello, che adducendo motivi legali dovuti a mancanza di norme sull’esercizio della professione da parte del sesso femminile, blocca tutto. Il ricorso di Poët viene bocciato, lei esercita comunque la professione, in via più o meno informale, a Pinerolo con il fratello avvocato dedicandosi soprattutto alla difesa dei minori e non smettendo mai di combattere le battaglie per l’emancipazione femminile. Gli anni passano, scoppia la Grande Guerra, gli uomini lasciano vuote le case e scoperte le mansioni pubbliche. Per le donne questa tragica circostanza diventa l’occasione per affermare la propria centralità nella società e, nel 1919, la legge che apre alle donne le carriere professionali fotografa una realtà già in atto. Nel 1920 Lidia Poët, oramai sessantaquattrenne, diventa la prima avvocata d’Italia.