Roma (NEV/Riforma.it), 29 luglio 2021 – di Diego Passoni – Se è vero che la storia la scrivono i vincitori, possiamo aggiungere che sono vincitori appartenenti a una maggioranza, poco interessati alla ricchezza del loro stesso passato. Di questa maggioranza, (bianca, nordica, cattolica) ho fatto parte anche io, navigando le acque sicure di una narrazione sul nostro passato abbastanza fedele a sé stessa.
Ecco perché ho ignorato per gran parte della mia vita non solo le valli valdesi, ritenute di meno interesse rispetto a quelle vicine da turismo à la page; ma soprattutto ignoravo completamente la storia dei valdesi. Poi il tempo galantuomo permette ai fiumi carsici di acqua buona di tornare in superficie, ed ecco che quando diventi grande, e puoi votare, e puoi pagare le tasse, ti accorgi che “la chiesa valdese” torna.
Con un Otto per Mille per opere di cui tutto è raccontato in totale trasparenza; con le raccolte firme per leggi civili molto laiche e molto urgenti; per la presenza a tavole di confronto culturale, politico e sociale di tutto rilievo. Ma veniamo al giorno in cui vengo invitato a conoscere Torre Pellice e le sue strutture, Angrogna con i boschi e le sue grotte, e la casa della riconciliazione Agape, affacciata sulla graziosa Prali, in val Germanasca. Un tuffo di testa nella storia e nelle tradizioni di quasi mille anni in un solo weekend!
Ci sarebbe molto da raccontare. Delle scuolette “da libro Cuore” sparse per i villaggi e risalenti a tempi in cui in Italia a scuola non ci andava nessuno; i costumi tradizionali di un popolo orgogliosamente montano, che ricordano un po’ la casa nella prateria e un po’ gli Amish, i templi accanto alle chiese cattoliche, in una convivenza anche solo architettonica che altrove non è possibile vedere. A volte confondiamo il concetto di tradizioni con quello di radici. Le tradizioni sono il nostro percepito di “come si è sempre fatto”, e in Italia possiamo scannarci da paese a paese sul dettaglio di una qualunque ricetta popolare, figuriamoci su questioni più importanti! Le radici invece, sono il vero cuore pulsante, lo spirito dei tempi della fondazione, la grande visione.
Da quando Valdo ha voluto tradurre la Bibbia perché la si potesse leggere tutti per farsi delle domande, per mettere in discussione se stessi e il mondo, il cuore valdese batte forte. E irrora acqua buona, man mano che le istanze del mondo in cui viviamo, e in cui siamo chiamati a testimoniare quale Dio abbiamo conosciuto, si fanno urgenti. Grazie per il contributo in questo paese, e grazie a chi mi ha accolto con amicizia e molti sorrisi!
Qui l’intervista del NEV a Diego Passoni, in occasione dell’uscita del suo libro “Siamo tutti sulla stessa arca” (Ed. Mondadori).