Roma (NEV), 16 agosto 2021 – “Donne e lavoro, dignità e sviluppo sostenibile” è il titolo del dibattito organizzato alla vigilia del Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi dalla Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI) insieme alla Federazione femminile evangelica valdese e metodista (FFEVM). Il pre-Sinodo delle donne protestanti, come di consueto, si svolge nell’ambito del massimo organo decisionale delle chiese metodiste e valdesi. Quest’anno si terrà il 21 agosto 2021 alle ore 17 sulla piattaforma zoom di Riforma.
Riproponiamo il contenuto dell’intervista di Radio Beckwith alla pastora Gabriela Lio, presidente della FDEI.
La pastora Lio racconta i contenuti del pre-Sinodo delle donne quest’anno e spiega i motivi per cui è stato scelto questo tema.
<<Il tema che abbiamo scelto per il pre-Sinodo è “Donne e lavoro, dignità e sviluppo sostenibile”. Abbiamo pensato ad una tavola rotonda, per un momento di riflessione e confronto con uno sguardo al futuro pensando di poterci trovare, ad agosto, in un periodo di post pandemia.
Le domande che ci siamo poste sono quelle che sono emerse da una realtà vissuta durante il confinamento. Una realtà che potrebbe essere superata non in una sola modalità. Come procedere? Quali strade intraprendere, in un contesto dove il lavoro si sta trasformando e si intravede un lento svuotamento dei diritti? Quali possono essere le nuove forme di tutela e quali le sfide che abbiamo dinanzi? Possiamo parlare di ripresa come occasione storica di trasformazione? Quali saranno le azioni da mettere in atto dal Piano Nazionale di ripresa e con quali strumenti per attuare il programma europeo Next Generation?
Ci siamo poste queste domande, a cui insieme cercheremo di dare una risposta, dinanzi ai dati che ci dicono che il tasso di occupazione delle donne è di 18 punti percentuali più basso di quello degli uomini, che il lavoro part time riguarda il 73,2% le donne ed è involontario nel 60,4% dei casi.
I dati ci dicono inoltre che i redditi complessivi guadagnati dalle donne sul mercato del lavoro sono in media del 25% inferiori rispetto a quelli degli uomini.
Forse perché il peso del lavoro di cura dei figli/e, degli anziani ma anche di persone con gravi disabilità, grava sulle spalle delle donne ed è sproporzionato fra i generi?
Infatti, oggi vi è un’alta concentrazione delle donne in occupazioni che facilitano il lavoro vicino a casa, la flessibilità d’orario, anche se con retribuzioni più basse, per i forti problemi di conciliazione fra lavoro e vita privata.
Pensiamo ai settori “non essenziali” fermati durante il periodo di confinamento come il turismo, la ristorazione e in generale i servizi, dove la forza lavoro è femminile all’84%. Dove lavorano donne autoctone e migranti.
Come dicono gli scienziati sociali, “la disuguaglianza ha cause strutturali, radicate alla base dei nostri modelli di organizzazione socio-economica, politica e culturale. Nei momenti di passaggio, come quello attuale, si presenta l’occasione di imprimere un cambiamento, un sovvertimento dell’ordine ereditato che si accompagna a una possibilità di innovazione del sistema intero”.
Su questo possibile cambiamento e rinnovamento vogliamo confrontarci>>.
Per ascoltare l’intervista sul sito di Radio Beckwith clicca QUI