Roma (NEV), 31 dicembre 2022 – Negli Stati Uniti d’America è in corso una grande campagna per sostenere l’Atto “H.R. 40”. Si tratta di un disegno di legge che da 32 anni, precisamente dal 1989, attende risposta. Il suo obiettivo è l’istituzione di una Commissione di studio sulle riparazioni e il risarcimento per gli afroamericani vittime dello schiavismo. In realtà i temi vanno ben oltre quelli della schiavitù. La storia del colonialismo si intreccia con il razzismo di oggi, con le ingiustizie subite dalla popolazione afroamericana in ambito economico, sociale, sanitario, politico, di istruzione, di alloggio. E con il suprematismo bianco.
Le chiese americane riunite nel Consiglio nazionale (National Council of Churches – NCCUSA) invitano a farsi parte attiva della campagna con queste parole: “Repair Can’t Wait”, la riparazione non può attendere. E chiedono al Congresso di mandare avanti il voto entro la fine di gennaio.
Per questo, anche a nome della “Why We Can’t Wait Coalition”, le chiese hanno chiesto alle organizzazioni nazionali, statali e locali di firmare una lettera al Congresso entro venerdì 14 gennaio 2022. Tra i destinatari della lettera, anche la relatrice Nancy Pelosi.
La coalizione deve il suo nome al celebre testo del pastore battista Martin Luther King, scritto nel 1963 e quanto mai attuale. In un precedente messaggio sottoscritto da centinaia di organizzazioni, la coalizione sottolineava il carattere multirazziale e intergenerazionale delle proteste negli Stati Uniti che avevano inaugurato “una resa dei conti nazionale sul razzismo strutturale e un cambiamento epocale”.
L’iniziativa legislativa H.R. 40 prevede l’istituzione di una Commissione competente per esaminare i danni causati dalla schiavitù a partire dal 1619. La Commissione dovrebbe, inoltre, studiare forme di risarcimento in favore dei discendenti di uomini e donne resi schiavi durante il colonialismo.
Ad aprile 2021, il Comitato giudiziario della Camera ha portato l’H.R. 40 all’attenzione della Camera. Sarebbe la prima volta che un Congresso ne porta avanti le istanze, in un momento in cui c’è un largo consenso sulla questione.
Nella lettera al Congresso si sottolinea che l’H.R. 40 “istituirebbe una commissione di esperti per studiare l’eredità della schiavitù e come l’incapacità di affrontare i danni che ne derivano abbia portato a enormi disparità razziali […] Come la commissione che ha indagato sul trasferimento forzato e l’incarcerazione illecita dei giapponesi americani durante la seconda guerra mondiale, l’H.R. 40 può aiutare a spianare la strada per rendere conto dei danni passati e presenti”. Secondo un recente studio del Citi Group, si legge ancora nella lettera, “non affrontare il divario di ricchezza razziale è costato all’economia statunitense fino a 16 trilioni di dollari negli ultimi 20 anni”. Affrontare le disuguaglianze sarebbe un beneficio per tutti, sostiene la coalizione. E conclude: “Gli elettori ricorderanno ciò che il Congresso ha fatto e non ha fatto quando aveva il potere di agire. E quel potere lo ha adesso. Il Congresso dovrebbe chiedersi: come vogliamo essere ricordati dalla storia? Speriamo di poter essere dalla parte giusta e spingere il Congresso a compiere questo primo passo significativo”.
La campagna NCCUSA per l’H.R. 40 va di pari passo con la campagna antirazzista del Consiglio nazionale delle chiese americane “A.C.T. Now to End Racism” (agisci ora per metter fine al razzismo). L’NCCUSA raccoglie 37 comunioni cristiane e oltre 35 milioni fedeli di 100.000 congregazioni. Rappresenta tradizioni protestanti, anglicane, storiche afroamericane, ortodosse, evangeliche. Insieme a partner laici e interreligiosi, promuove la pace e la giustizia.