Roma (NEV), 28 gennaio 2022 – Un centinaio di volontari coordinati dall’organizzazione “Rabbis for Human Rights” (Rabbini per i diritti umani), hanno sfidato il gelo e hanno piantato 400 ulivi nei villaggi di Awarta e Burin. La messa a dimora degli alberi è avvenuta il 14 gennaio e il 21 gennaio. I volontari sono partiti da Gerusalemme e Tel Aviv in autobus e auto private.
Il primo giorno, come si legge sul sito del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), l’iniziativa si è svolta pacificamente. Il secondo giorno, invece, i volontari sono stati attaccati. È avvenuto poco prima dello Shabbat, mentre si trovavano nel villaggio di Burin. Riprese video, riferisce il CEC, mostrano aggressori mascherati che scendono verso l’uliveto con mazze, attrezzi e benzina. Un’auto è stata incendiata e attivisti e agricoltori sono stati picchiati.
Il rabbino Nava Hefetz, direttore educativo di Rabbis for Human Rights, ha usato parole molto dure contro la violenza sui palestinesi. Egli ha invitato i ministri del governo israeliano ad agire affinché giustizia sia fatta. Il segretario generale ad interim del CEC, Padre Ioan Sauca, ha condannato l’attacco ed espresso solidarietà. Unendosi alle parole del rabbino Hefetz, ha invitato il governo di Israele a “porre fine all’impunità dei coloni che commettono atti di violenza”.
Alberi per la pace
I nuovi alberi sono stati piantati negli stessi luoghi dove erano stati bruciati o sradicati a seguito di precedenti attacchi, avvenuti almeno due volte. Due anni fa, un rabbino di 80 anni e tre volontari sono stati aggrediti. “Hanno rotto il braccio del nostro rabbino. Hanno dato fuoco al bosco” ha detto il rabbino Hefetz. Nel novembre 2021, si legge ancora sul sito del CEC, un contadino palestinese ha subito la frattura di una gamba.
A differenza di quanto accaduto in passato, quando i Rabbis for Human Rights venivano allontanati dall’esercito durante visite di solidarietà alle comunità palestinesi, il 14 gennaio l’esercito ha protetto i volontari. “Ciò è dovuto alla recente cooperazione tra il sistema di sicurezza palestinese e il sistema di sicurezza israeliano. C’è molto lavoro dietro le quinte” ha riferito Hefetz.
Dopo la piantumazione degli alberi del 14 gennaio, Rabbis for Human Rights ha organizzato una cerimonia interreligiosa, iniziata con una benedizione per gli agricoltori palestinesi ei volontari. La cerimonia comprendeva preghiere e testi di tradizioni musulmane, ebraiche e cristiane. Il contesto è quello della festa ebraica Tu Bi’shvat, una giornata di consapevolezza ambientale che si celebra tra gennaio e febbraio.
“Questo è il messaggio che vorrei trasmettere ad altre persone in tutto il mondo – ha concluso Hefetz. Un messaggio positivo: c’è troppo dolore, c’è troppa violenza. Penso che dovremmo concentrarci sulle cose positive che le persone stanno facendo”.