Ucraina. Centro interconfessionale CIPAX chiede pace e nonviolenza

Pace, disarmo, nonviolenza, “abrogazione storica” della guerra, scelte etiche e messa al bando delle armi nucleari. Questi sono solo alcuni dei temi di cui si è parlato nel corso della riunione organizzata ieri dal Consiglio direttivo del Centro interconfessionale per la pace

Disegni Vinicio Cerezo - Archivio CIPAX

Roma (NEV), 25 febbraio 2022 – Pace, disarmo, nonviolenza, “abrogazione storica” della guerra. Queste sono alcune delle parole emerse ieri nel corso di una riunione straordinaria del Consiglio direttivo del Centro interconfessionale per la pace (CIPAX). Il Consiglio direttivo del CIPAX ha ospitato il teologo Brunetto Salvarani, il Coordinatore nazionale di Pax Christi don Renato Sacco e Sergio Paronetto. Presenti anche la presidente del CIPAX Cristina Mattiello, il teologo musulmano Adnane Mokrani, presidente onorario CIPAX, il fondatore Gianni Novelli e la redattrice del NEV Elena Ribet, già direttora dello stesso Centro interconfessionale.

Organizzata per confrontarsi sui temi dell’ecumenismo, della pace e della sinodalità, la riunione è stata anche l’occasione per condividere parole di pace per l’Ucraina e per tutti i popoli.

“La lotta per la pace, per i diritti e per la giustizia non possiamo farla divisi. È una strada da percorrere insieme” ha detto Salvarani, che ha inoltre parlato della crisi sistemica che “tocca le confessioni nel cuore di ciò che hanno di più prezioso e originale”, ad esempio nell’ambito dell’ortodossia e del conflitto aperto tra Costantinopoli e Mosca. Sul tema, è uscito oggi l’approfondimento di Claudio Geymonat, intitolato “Russia-Ucraina, un conflitto (anche) religioso” (Fonte: Riforma.it).

Don Renato Sacco e Sergio Paronetto hanno parlato della pace come cammino, come atteggiamento, come modo di essere, sottolineando la necessità di un disarmo a 360°. Disarmo in senso effettivo, ma anche disarmo della cultura, della politica, del linguaggio, delle menti e dei cuori. Paronetto ha parlato di Nonviolenza evangelica, di diaconia per la pace, di dialogo, di liberazione dall’oppressione, dalla violenza, dalla guerra e dai fondamentalismi. Un primo passo concreto potrebbe essere quello di fare scelte etiche, come ad esempio quella di spostare il denaro dalle cosiddette “Banche armate”. Sacco ha rilanciato, poi, alcuni appuntamenti. Fra questi, segnaliamo l’incontro “Per una Repubblica libera dalla guerra e dalle armi nucleari”. Si riuniranno infatti, domani a Roma, le oltre 40 Associazioni che la scorsa primavera hanno firmato il documento in cui si chiede al Governo italiano di aderire al Trattato per la messa al bando delle armi nucleari.

Stanno giungendo inoltre molte adesioni al presidio di sabato 26 febbraio a Roma in piazza Santi Apostoli, alle 11. La Rete pace e disarmo, cui aderisce anche la Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), invita a partecipare.

Adnane Mokrani, infine, ha parlato della “missione della fede”, che consiste nel far “vedere la luce nel cammino della storia, delle nazioni, delle persone”. La fede contribuisce alla nostra “capacità di sopravvivere al male e testimoniare il bene, anche quando esso è nascosto e invisibile”. Citando alcune “lettere di guerra”, di cui in queste ore abbiamo notizia, come ad esempio quella di benedizione ai soldati, Mokrani ha sottolineato il dramma dell’attuale crisi mondiale umanitaria, politica, sociale, culturale…

L’incapacità di produrre un pensiero nuovo pone le basi per un ritorno dei regimi, dei nazionalismi e per l’inasprirsi delle povertà a tutti i livelli.  “La violenza strutturale ha ormai contaminato la politica e l’animo umano – ha detto il teologo –. La nonviolenza deve tornare prioritaria. La coscienza umana nonviolenta è l’unica che possa resistere a queste deviazioni, che rischiano di distruggere il pianeta”.

Mokrani ha citato il “Gandhi islamico”, Jawdat Said, morto lo scorso 30 gennaio, lo stesso giorno in cui, nel 1948, fu assassinato il Mahatma. Il pensatore musulmano siriano parlava di “abrogazione storica della guerra”.

“Nessuno oggi può vincere la guerra – ha concluso Mokrani – perché la guerra è totalmente distruttiva. Bisogna prendere coscienza di questo e realizzare un’umanità nonviolenta”.