Roma (NEV), 18 marzo 2022 – Anche l’Azione dei Cristiani per l’abolizione della tortura (ACAT Italia) si unisce al grande coro di preghiere per la pace. E chiede “che vengano fatte tacere le armi, che si faccia strada la diplomazia, che venga rispettato il diritto internazionale e vengano salvaguardati i civili, che ci si adoperi nell’accoglienza ai profughi, senza alcuna distinzione, e che vengano rilasciati i manifestanti arrestati in Russia, rei di aver protestato contro la guerra”.
L’associazione parla di guerra come crimine assoluto contro l’umanità e di totale negazione dei diritti umani universalmente riconosciuti. “La guerra non è mai stata così vicina al vecchio continente e mai come adesso rischia di degenerare in un conflitto ben più vasto dalle conseguenze catastrofiche – si legge sul sito dell’ACAT –. Ed è forse per questo che la vediamo. La guardiamo in faccia come per la prima volta. Vediamo le città distrutte, i palazzi fumanti, la paura negli occhi dei bambini, le urla di dolore, lo strazio di chi ha perso tutto, i profughi in fuga. Vediamo l’orrore”.
Eppure, prosegue il testo, “questo orrore lo abbiamo già visto tante volte anche in tempi recenti, senza però averlo mai voluto guardare realmente. Lo abbiamo visto in Afghanistan, Iraq, Syria, Libia, in diverse zone dell’Africa, in Yemen (dove è in atto da 7 anni una sanguinosa guerra e una delle crisi umanitarie più gravi al mondo). Lo abbiamo visto e lo vediamo dipinto sui volti e nei corpi stremati di migliaia di profughi che continuano a premere, ancora oggi, alle porte dell’Europa per essere nuovamente ricacciati indietro. E lo vediamo, adesso, negli occhi e nei volti dei profughi ucraini”.
ACAT
L’ACAT è un’associazione cristiana ecumenica che agisce contro la tortura e la pena di morte, impegnandosi al fianco di tutti coloro che hanno gli stessi obiettivi e promuovono i Diritti Umani. Fondato formalmente nella primavera del 1987 grazie al contributo della chiesa valdese di Roma e del movimento “Rinascita Cristiana”, il ramo italiano dell’Azione dei cristiani per l’abolizione della tortura si deve all’ispirazione del pastore valdese Tullio Vinay, tra i primi in Europa a denunciare le violenze subite dai prigionieri politici in Vietnam. Sin dal principio l’ACAT scelse di operare su basi ecumeniche, mettendo insieme protestanti, cattolici, ortodossi e altre confessioni cristiane disposte a pregare e ad agire insieme. Tra le ultime battaglie della storia dell’associazione, spicca quella contro la pena di morte. Dal 2008 ACAT ha istituito un Premio di laurea per tesi sul tema della tortura e della pena di morte con il sostegno, fra l’altro, dell’8×1000 delle chiese metodiste e valdesi.