Roma (NEV), 6 aprile 2022 – Il Centro interconfessionale per la pace (CIPAX) “ha accolto con interesse e speranza l’iniziativa della Chiesa cattolica di indire un duplice cammino sinodale, della Chiesa italiana e universale, invitando i cattolici all’ascolto e alla partecipazione anche di chi non è inserito nelle strutture ecclesiastiche, di chi si sente lontano, di chi appartiene a un’altra tradizione cristiana o professa un’altra religione, ovvero dei non credenti”.
Con queste parole il CIPAX introduce il suo messaggio ai Sinodi e alla Rete sinodale delle associazioni costituitasi per il “cammino sinodale” della chiesa cattolica. Il punto di vista del CIPAX esprime la sua natura di associazione interreligiosa impegnata per la pace. “Crediamo che il mettersi in rete sia di per sé un valore importante: troppo spesso la nostra capacità di incidere è indebolita per l’incapacità di superare l’individualismo, il narcisismo e l’egoismo. Intendiamo dunque camminare insieme. Per questo, oltre a chiedere al Sinodo dei vescovi cattolici di aprirsi al mondo, proponiamo alle nostre associazioni dei passi comuni per avere più forza e impatto, tanto più che un’istituzione, religiosa o meno, qualunque essa sia, non può evolversi senza una spinta dal basso”.
La lettera è composta di diverse sezioni e propone obiettivi e percorsi comuni. “Si ritiene essenziale che in questo cammino ci siano pari dignità e rispetto per ciascuna componente partecipante, e che si dia accoglienza e inclusione anche ai non credenti che vogliono condividere valori e impegni” scrive il CIPAX. E aggiunge: “Intendiamo andare oltre, in una dimensione interreligiosa che accomuni tutte e tutti su alcuni valori fondamentali. Questi valori per il CIPAX sono la pace, la nonviolenza, il rispetto dei diritti, l’uguaglianza e la parità tra le persone, la libertà e la giustizia, il rispetto dell’ambiente. Per il CIPAX l’ecumenismo e l’interreligiosità non possono prescindere dalla pace, e viceversa”.
Nel documento si parla anche di laicità, minoranze, nonviolenza, matrimoni misti, ministeri delle donne, ospitalità eucaristica. Inoltre, di un ecumenismo fatto di ascolto, quindi di silenzio e di superamento delle divisioni: “Tutti i fedeli devono poter partecipare alle decisioni che toccano la loro vita e la loro fede. Tutte/i siano al tempo stesso maestre/i e discepole/i. Le diversità siano accettate come ricchezza e non percepite come ostacolo. In questo senso l’ecumenismo può essere visto come proiezione verso l’incontro interreligioso, dove condividere valori e azioni comuni. Si valorizzino le pratiche spirituali. Di fronte alle immaginabili difficoltà iniziali è importante fare posto all’alterità con l’ascolto, svuotandosi delle proprie certezze per fare posto all’«altro», magari anche attraverso il silenzio che esalta la nostra sensibilità. Incoraggiare l’ecumenismo e l’interreligiosità dal basso, aprendosi all’incontro con le diverse esperienze dell’associazionismo religioso per accoglierne le pratiche che consentono di avanzare in un cammino comune tra Chiese e religioni diverse. Nell’Ecumene, nello spazio abitato, si recuperi la dimensione spaziale del cerchio, in riferimento alla centralità del pulpito, dove il centro è la comunità, anche se composita. Il cerchio facilita il dialogo, la conoscenza, l’inclusione, la condivisione”.
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Il Centro interconfessionale per la pace (CIPAX) è un’associazione culturale che dal 1982 promuove “la collaborazione delle forze religiose e laiche per la costruzione della pace, della giustizia e della salvaguardia del creato”. Il CIPAX è inoltre impegnato, fin dalla sua nascita, nel dialogo ecumenico e ha visto nel suo direttivo e fra i suoi soci numerosi protestanti. Il Cantiere è realizzato grazie al contributo dell’Otto per mille della chiesa valdese – Unione delle chiese metodiste e valdesi.