Roma (NEV), 14 agosto 2022 – A un anno dalla presa di Kabul, il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Daniele Garrone, dichiara: “Fin dall’accesso al potere dei talebani, le chiese membro hanno sollecitato la Federazione a intervenire con corridoi umanitari a sostegno di rifugiati afghani, in particolare donne. Dopo la firma di un protocollo con i Ministeri dell’Interno e degli Esteri il 4 novembre 2022 e superate varie difficoltà tecniche, un primo trasferimento è stato compiuto il 27 luglio scorso.”
217 profughi afghani, rifugiati in Pakistan dallo scorso agosto, sono infatti arrivati in Italia poco più di due settimane fa, con un volo proveniente da Islamabad. Questo, grazie al protocollo di intesa con lo Stato italiano, firmato il 4 novembre 2021 da Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Tavola Valdese, Arci, Caritas Italiana, IOM, INMP e UNHCR.
Un anno di potere talebano
Il 15 agosto di un anno fa i talebani hanno preso il controllo dell’Afghanistan conquistando Kabul e dichiarando la loro presa di potere. Diversi osservatori internazionali, fra cui l’organizzazione Human Rights Watch (che ha parlato di “incubo dei diritti umani”), hanno denunciato le gravi restrizioni ai diritti delle donne e delle ragazze, dall’accesso all’istruzione, al lavoro e alla sanità. Inoltre, i media sono messi a tacere, così come oppositori e critici, con detenzioni arbitrarie e giustizia sommaria.
La violenza nel paese. Il caso della comunità hazara
Amnesty International ha riferito che il suo ricercatore Zaman Sultani ha parlato di sistematici attacchi contro gli hazara, dicendo: “È fondamentale che, dopo un anno in cui hanno fatto poco o nulla per proteggerli, i talebani in quanto autorità di fatto dell’Afghanistan agiscano immediatamente per garantire protezione a tutta la popolazione civile del paese”. Gli stessi talebani, dice Amnesty, “dopo la presa del potere nell’agosto 2021 si erano resi responsabili di omicidi mirati di esponenti della comunità hazara”.
Fame e crisi economica
Nel frattempo, l’economia del Paese è al collasso e, sempre secondo Human Rights Watch, “più del 90% degli afghani soffre la fame da quasi un anno, causando a milioni di bambini malnutrizione acuta e, potenzialmente, gravi problemi di salute a lungo termine”.
L’accoglienza delle chiese protestanti
Le persone accolte dalle chiese protestanti attraverso il Servizio Inclusione della Diaconia Valdese sono attualmente 15, di cui 3 famiglie. La loro vita è ora in Sicilia, Campania, Lombardia e Piemonte. Le persone sono accolte in appartamenti e inserite all’interno di progetti di accoglienza diffusa per poter iniziare un percorso di integrazione e di ripresa della propria autonomia. Contando anche gli altri arrivi dall’Iran – sempre nel mese di luglio – sono oltre 300 i rifugiati afghani accolti nel nostro paese grazie ai corridoi umanitari, un progetto totalmente a carico delle associazioni proponenti e possibile grazie alla generosità e all’impegno gratuito e volontario di tanti cittadini italiani, che hanno offerto le loro case per ospitare, ma anche congregazioni religiose, ONG e diversi soggetti della società civile. Tra queste Solidaire, che in collaborazione con Open Arms, ha contribuito all’organizzazione del volo dal Pakistan.