Roma (NEV), 7 ottobre 2019 – In occasione del 7 ottobre, Giornata mondiale per il lavoro dignitoso, la Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) interviene con una riflessione.
Dal 2008, milioni di persone hanno partecipato a questa mobilitazione globale promossa dalla Confederazione internazionale dei sindacati (ITUC). Quest’anno, al centro dell’attenzione, c’è la giustizia salariale a fronte di un aumento ulteriore delle disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza e dei redditi, scrive la GLAM. Squilibri prodotti “dagli effetti speculativi e dalla riorganizzazione della produzione globale. Sia a causa della gestione della pandemia, dal 2020, sia a causa della guerra in Europa, che da febbraio 2022 ha anche innescato processi inflazionistici”.
Stop a precariato e sfruttamento. Sì alla sicurezza e alla dignità del lavoro
La GLAM, in questa giornata, “intende portare l’attenzione anche su altri due temi strutturali del modello economico dominante. Il modello attuale, infatti, non prevede l’obiettivo della salvaguardia della dignità del lavoro”.
Primo tema, la piaga del precariato. Secondo, l’aumento dei livelli di sfruttamento e, conseguentemente, degli incidenti che hanno portato via altre vite. “Solo ultimamente, tre ragazzi in alternanza scuola-lavoro sono morti e, proprio in questi giorni, un rider” ricorda la GLAM.
Scrive l’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL): “Ogni 15 secondi un lavoratore muore sul lavoro a causa di un infortunio sul lavoro o di una malattia professionale. Ogni 15 secondi, 153 lavoratori hanno un infortunio sul lavoro”.
Solo in Italia, nel 2022, gli infortuni sono aumentati vertiginosamente. In particolare, nei settori edile, metalmeccanico, sanitario, manifatturiero e dei trasporti.
E fra due giorni si celebra anche la 72ª Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro, voluta dall’Associazione dei lavoratori mutilati e invalidi del lavoro (ANMIL).
La persona al centro dell’economia. Proposte per un lavoro sostenibile
Un triste scenario che, per la GLAM, ha sullo sfondo “l’impatto del lavoro mobilitato dalla voracità sul resto del creato in termini di veleni, consumo di suolo, deforestazioni ed estinzioni”.
Una campagna cristiana attivata qualche anno fa in Austria, prosegue la GLAM, aveva posto come obiettivo quello di rimettere la persona al centro dell’economia. Obiettivo che sembra ancora molto lontano dalle agende politiche.
Ecco la proposta della GLAM per il 2023: “Intendiamo realizzare un incontro di riflessione teologica ed etica, se possibile periodico. Vorremmo collegarci ai temi della Carovana per un lavoro dignitoso e sostenibile del 2015. E valorizzare il documento sul lavoro contro lo sfruttamento presentato dal Sinodo valdese e metodista nel 2022. Non c’è futuro senza un buon lavoro”.