Multilinguismo nei culti e nelle liturgie, per “sentirsi a casa”

Foto d'archivio, Palermo 2019. Laboratorio INterculturale di Formazione e Accoglienza (LINFA) promosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) nell’ambito del programma Essere chiesa insieme (ECI)

Roma (NEV), 18 novembre 2022 – Su chiesavaldese.org la pastora Anne Zell firma un resoconto relativo alla Consultazione sul multilinguismo nei culti e nelle liturgie, promossa dalla Comunione di chiese protestanti in Europa (CCPE) a Cluj-Napoca in Romania, dal 8 all’11 novembre scorsi.

Si è parlato, fra l’altro, di inclusione, di lotta per i diritti e per la giustizia, di riconciliazione e convivenza fra diversi, di minoranze. Hanno partecipato più di trenta rappresentanti di diverse Chiese protestanti europee.

Scrive Zell: <<Nella Consultazione, dopo una conferenza introduttiva sul multilinguismo tenuta dal dott. Oliver Engelhardt, referente della CCPE per le relazioni fra chiese, e dei report di best practice di alcune chiese, fra le quali anche quelle del processo “Essere Chiesa Insieme” delle nostre chiese federate (sul quale la recente Assise della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia – FCEI ha espresso una propria mozione), i e le partecipanti hanno lavorato su diversi aspetti dello stesso tema del multilinguismo: linguaggi liturgici (fra i quali anche teatro, pantomime, danza, lingue che non necessitano di traduzione,…), canti interculturali, casuali e rituali; questo lavoro è culminato nella preparazione e celebrazione di un culto plurilingue e ha prodotto alcune tesi:

– il multilinguismo nelle liturgie cultuali non è una questione estetica né meramente di accoglienza: si tratta di una questione di giustizia e di riconoscimento di diritti, e poter ascoltare nella propria lingua il messaggio fa parte anche del “sentirsi a casa”, pienamente concittadini;

– sentirsi a casa, anche spiritualmente, esige da una parte la conservazione della propria lingua e identità (un’opzione che è forte per le minoranze in Transilvania e altrove) e dall’altra la disponibilità a essere “esposti” a lingue diverse;

– in tutto ciò la partecipazione prevale rispetto alla perfezione, anzi è proprio necessaria la consapevolezza della propria parzialità.

Babele e Pentecoste rimangono i due poli fra i quali le nostre chiese cercano di cogliere la sfida della convivenza fra diversi e del multilinguismo: ‘Monokultur ist gottlos’, cioè l’uniculturalitá è senza Dio – ha detto ancora Kunz. Infatti, aver riconfermato l’impegno e la scommessa del processo Essere Chiesa Insieme, nonostante le difficoltà e le stanchezze, alla Assise della FCEI, ha una valenza profetica e di speranza in un panorama politico e sociale che va nella direzione opposta>>.

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