Roma (NEV), 1° dicembre 2022 – Oggi è la Giornata mondiale contro l’AIDS. Diverse iniziative vengono organizzate per sensibilizzare la popolazione su questa malattia.
Ogni giorno nel mondo muoiono 301 bambini e adolescenti (tra gli 0 e i 19 anni) per cause legate all’AIDS (dati UNICEF, ripresi da Riforma.it). Inoltre, ogni giorno si verificano 850 nuovi contagi nella stessa fascia d’età (nel 2021 i bambini morti sono stati circa 110.000).
Il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) ha organizzato una preghiera per commemorare le vittime e per riconfermare il suo impegno nella lotta all’AIDS.
Inoltre, il CEC ha promosso un seminario intitolato “L’amore conta”, rivolto alle giovani generazioni, per dare loro la possibilità di esplorare i temi della salute fisica e mentale e della gestione del trauma. IL seminario, organizzato nell’ambito delle iniziative ecumeniche sull’AIDS in collaborazione con Kecher Africa (quarto di una serie) ha visto la partecipazione online di giovani provenienti da Burundi, Etiopia, Kenya, Ruanda, Sud Sudan, Tanzania, Togo, Nigeria, Ghana, Zimbabwe e Uganda.
“Soffriamo per caso e guariamo per scelta”
Paul Boyle, fondatore dell’Albain Institute, ha incoraggiato i giovani a non guardare al passato: “Siamo feriti dal passato che non possiamo cambiare. Ciò che possiamo cambiare è l’effetto del passato e come sta influenzando le nostre vite. Possiamo superare la causa concentrandoci sull’effetto – ha detto Boyle -. Se il trauma non viene affrontato, se non è gestito e controllato, avrà come effetto rabbia, aggressività, depressione, ansia, pensieri autodistruttivi, poiché il cervello – l’ipotalamo, il sistema nervoso simpatico – si attiverà portando a combattere, agire e reagire come se ci si trovasse in quel passato, che non possiamo cambiare”.
L’85% dei disturbi fisiologici, ha affermato Boyle, sono legati a stress e traumi. Questi disturbi colpiscono in particolar modo giovani adulti e bambini. Fra gli strumenti proposti per superare i traumi, secondo Boyle: la pazienza, la speranza, la fede, la gratitudine e la fiducia. “Dovremmo concentrarci sulle scelte che facciamo, perché soffriamo per caso e guariamo per scelta”. Boyle ha aggiunto che è importante guarire la mente, l’anima e il cuore. “Quando guariamo noi, guariamo anche gli altri” ha detto. Sottolineando inoltre la necessità di evitare i “fattori scatenanti”, attraverso il “discernimento”, parola spirituale. “Mentre ci relazioniamo con le persone, ci connettiamo, usciamo e facciamo amicizia, c’è casualità. I giovani dovrebbero discernere le persone con cui si trovano, chiedersi se queste stanno facendo una differenza positiva o negativa nella loro vita: li completano o li complicano?” ha concluso Boyle.
Si è parlato inoltre di come superare i traumi chiedendo aiuto, tirandosi fuori dalle situazioni con equilibrio, provando a guardare al futuro affrontando il presente, affrontando le difficoltà.
Dal 27 al 29 novembre, inoltre, rappresentanti di 14 chiese e organizzazioni ecclesiastiche di 10 paesi dell’Europa si sono riuniti a Minsk, in Bielorussia, per una consultazione su “Il ministero di guarigione”, in collaborazione CEC e Conferenza delle chiese europee (KEK).