Roma (NEV), 03 febbraio 2023 – di Benedetta Fragomeni –
Superata ormai la metà di questa esperienza, mi ritrovo a fare il punto di quello che è stato e di quello che spero sarà. L’esperienza del servizio civile con Mediterranean Hope ha talmente tante sfumature che, a pensarci, mi sembra di stare vivendo non una ma mille avventure.
La regolarità dell’impegno ti dà la costanza, il senso di responsabilità tipici di un lavoro.
Il contatto con le persone, beneficiarie dei progetti, ti dona l’empatia e i tanti spunti di riflessione tipici del volontariato. Le frequenti occasioni di formazione, all’interno di MH o con gli altri volontari e volontarie della Diaconia valdese, ti danno la possibilità di approfondire, l’interesse a imparare tipici di un percorso di studi.
Il rapporto con gli operatori e le operatrici, con i colleghi volontari e volontarie, nel tempo, ti dà la sensazione di essere in famiglia.
Nella mia vita sono già passata per questi ambienti ma ritrovarli tutti in un’unica esperienza mi ha dato la consapevolezza di aver fatto la scelta giusta.
Un anno di vita che metti a disposizione di un progetto con le sue strategie, le sue risorse, le sue criticità e i suoi obiettivi che, se sei fortunata, scopri essere gli stessi tuoi.
La varietà delle attività che, con fiducia, i responsabili e le responsabili ti affidano, è quello che sto apprezzando di più. Il servizio passa per le cose che sembrano le più semplici come accompagnare gli operatori e le operatrici nei nostri centri, accompagnare i beneficiari a una visita medica, verificare o compilare dei documenti. Passa, nel mio caso, per la comunicazione, per i social. Poi per il supporto all’organizzazione dei corridoi umanitari, all’accoglienza.
Sei a servizio. Dove serve stai, ti affidi un po’ a chi è alla guida e inizialmente incroci le dita, perché ti facciano fare qualcosa che ti piace e perché tu sia all’altezza delle richieste. Poi subentra la conoscenza, la condivisione, il dialogo e l’esperienza si apre in uno scambio. La certezza delle tante cose che stai imparando si unisce alla speranza di stare a tua volta lasciando qualcosa di te. Sì, direi che il servizio civile è uno scambio. Ogni incontro che ho vissuto finora grazie al servizio civile ha avuto questa dinamica, l’esperienza dell’accoglienza dei corridoi umanitari, il periodo a Lampedusa ma anche il cercare modi nuovi, efficaci, di raccontare tutto questo.
Offri il tuo tempo, le tue risorse e ricevi in cambio la possibilità di conoscere due realtà; quella di cui, da lontano, hai sentito parlare e quella che ti è sempre stata vicina ma che realizzi di non aver ancora esplorato, la tua realtà. È davvero un modo per conoscere te stessa e per immaginare su quale strada vorresti camminare e devo dire che la mia somiglia molto a quella che ho già sotto i piedi.
Fino alle ore 14 di venerdì 10 febbraio 2023 è possibile presentare domanda di partecipazione ad uno dei progetti di servizio civile che si realizzeranno tra il 2023 e il 2024 su tutto il territorio nazionale e all’estero. Due i posti disponibili presso il programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, a Roma.
Codice progetto: PTXSU0019022010895NXXX
2 posti presso i Servizi Inclusione di Roma, Via del Campo 44D (precedentemente in via di Torre Spaccata) – Codice sede: 178989
2 posti presso gli uffici di Roma della FCEI, Via Firenze 38 – Codice sede: 178966