Per le chiese protestanti le cose stanno diversamente.
Come ha ben spiegato il pastore Luca Baratto durante una puntata della trasmissione Culto Evangelico in onda su Radio Uno Rai “La parola Quaresima non fa parte del vocabolario dei protestanti italiani. Le chiese evangeliche del nostro paese – almeno quelle che seguono l’anno liturgico – preferiscono chiamare questo periodo ‘Tempo della Passione’. Ciò corrisponde allo svolgersi del racconto dei vangeli che, dopo gli inizi in Galilea, vedono Gesù dirigersi verso Gerusalemme: un viaggio difficile, costellato da incomprensioni con i discepoli, e soprattutto dall’annuncio che in quella città Gesù sarà preso e ucciso. È il momento di riflettere su che cosa significhi seguire quel Gesù che invita ognuno a prendere la propria croce”.
Il pastore Baratto specifica ancora: “C’è, però, anche da dire che i protestanti italiani non usano la parola Quaresima perché a essa è legata una spiritualità che non appartiene loro. A un evangelico suona strano che ci sia un particolare periodo dell’anno da dedicare alla contrizione e al pentimento; in realtà, l’intera vita di un credente è la conferma di essere un peccatore perdonato. Allo stesso modo, non appartiene alla mentalità protestante l’obbligo religioso di rinunce o penitenze. Scrive il profeta Isaia che il vero digiuno non è dedicare un giorno all’astinenza dal cibo, ma saper dividere il pane con chi ha fame”. (per leggere l’intervento integrale di Luca Baratto clicca qui: Quaresima Tempo di Passione.
La Riforma non ha rifiutato la Quaresima, ma ha fatto un passo indietro rispetto alle pratiche penitenziali. Queste sono rimaste molto rigide nell’ortodossia, ma sono diventate meno stringenti nel cattolicesimo. “Nel XVI secolo, la critica dei riformatori si concentrava su quelle cose che bisognava fare per essere degni di ricevere la salvezza, come le indulgenze o il digiuno”, ricorda Nicolas Cochand, docente di teologia pratica presso l’Istituto protestante di teologia, in Parigi. Oggi, da un punto di vista protestante, la Quaresima è soprattutto un tempo di solidarietà con i più poveri, un tempo di astinenza, ad esempio dall’alcol, e un tempo di esplorazione per una ricerca spirituale contemporanea, di una vita più semplice. Questa idea di felice sobrietà può benissimo essere ricondotta a Calvino.
È la tradizione luterana che dà più spazio alla Quaresima nelle sue liturgie, in particolare attraverso la celebrazione del Mercoledì delle ceneri.
Per i musulmani il mese del Ramadan, in corso, è quello in cui Dio ha consegnato il Corano al Profeta. È il tempo della preghiera, della meditazione, ma in particolare del digiuno, dall’alba al tramonto, insieme al divieto di fumare e praticare sesso.
Ramadan e Quaresima sono legati a due rivelazioni: l’avvio della vita pubblica di Gesù e l’avvio della rivelazione della volontà di Allah al profeta Maometto. Il digiuno di Ramadan è uno dei cinque pilastri dell’Islam, i cinque obblighi fondamentali previsti dalla Legge religiosa per ogni credente musulmano di qualsiasi sesso, insieme alla Dichiarazione di fede, alla preghiera, all’elemosina e al pellegrinaggio ai luoghi sacri.
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