Roma (NEV), 26 giugno 2023 – L’esecutivo della Federazione delle chiese evangeliche è stato in visita, negli scorsi giorni, alla Casa delle culture di Scicli, in provincia di Ragusa, uno dei progetti realizzati nell’ambito di Mediterranean Hope, il programma migranti e rifugiati delle stesse chiese protestanti, realizzato grazie al contributo dell’Otto per mille valdese.
“Dopo la visita a Rosarno – racconta Maria Antonietta Caggiano, luterana -, abbiamo deciso come consiglio di visitare la casa delle Culture a Scicli. Siamo stati accolti calorosamente dagli operatori. Dare un volto ai nomi che spesso durante i vari consigli dobbiamo esaminare e decidere per me non solo è importante, ma fondamentale. Credo nel rapporto umano, specialmente quando si è coinvolto in un opera che implica i valori di ogni essere umano. Sono rimasta colpita durante l’incontro nel vedere gli operatori entusiasti ed emozionati nel raccontare il lavoro e l’impegno che svolgono mentre operano con gli immigrati. L’intero consiglio ha avuto anche momenti di convivialità con gli operatori e anche con gli immigrati ed ho visto nei loro occhi un forte senso di gratitudine. Per me è lo scopo dell’opera sociale della federazione vedere accoglienza e gratitudine negli occhi del “prossimo”.
Sara Comparetti, battista, vice presidente del Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche, dichiara: “Sono sempre più convinta che le visite del Consiglio della FCEI presso le strutture che esistono in varie parti d’Italia siano molto importanti. Credo che incontrare di persona le persone e vedere il contesto nel quale operano tutti i giorni sia fondamentale per un organismo dirigenziale come l’esecutivo della federazione. In particolare per quanto riguarda la Casa delle Culture, è stato un momento molto arricchente e, così come successo a Rosarno, utile sia per gli operatori che per noi consiglieri. Spero che per gli operatori sia stato anche un momento di riconoscimento del loro lavoro e di supporto della loro attività. La Casa delle Culture a Scicli è una dimostrazione di come l’accoglienza possa e si debba fare, sul territorio, con chi vive e lavora nei territori, e non da soli, isolati, ma in rete con le altre realtà impegnate a livello locale. La creazione del Patto di solidarietà di questa zona, insieme alla chiesa locale e all’opera metodista, è un arricchimento per la Casa delle culture ma anche per la cittadina e per i suoi abitanti. Ed è un elemento distintivo del nostro agire, in luoghi anche difficili, come Rosarno, Scicli e Lampedusa”.
Per il pastore metodista Peter Ciaccio, “Casa delle culture è la dimostrazione che è possibile accogliere non in ghetti nascosti all’occhio dei più ma in pieno centro storico e allo stesso tempo essere di beneficio all’intera cittadinanza. Per me è stato emozionante tornare qui da membro del consiglio della Fcei, considerato che sono stato pastore in Sicilia per nove anni, e non solo ritornare alla casa delle culture ma ritrovarla, come dire, rifiorita, ancora più ricca. La speranza è che questa esperienza possa essere ripresa in altri luoghi non solo dalla nostra federazione, la Federazione delle chiese evangeliche italiane, ma da tutti i cittadini e le cittadine di buona volontà”.
Secondo Luca Longo, dell’Esercito della Salvezza, “la Casa delle culture ha la capacità di affrontare le sfide del territorio e accogliere le persone in un incontro ed è così che è diventata un punto di riferimento per la città. E’ stata una esperienza arricchente conoscere ancora più a fondo questa realtà e il lavoro che realizza ogni giorno”.
“Casa delle culture – aggiunge un altro membro del Consiglio FCEI, Libero Ciuffreda, valdese – è un luogo dove respiri la libertà di espressione e di incontro. Incontrare persone, culture diverse: la vetrina della casa delle libertà è indicativa di una realtà che cambia continuamente. E questo dovrebbe essere il nostro modo di essere come chiese come comunità come protestanti: capaci di cogliere il momento in cui vivi la vocazione il messaggio per cui tu sei qui. Considerando che ciò che ha detto anche il pastore Daniele Garrone (presidente della FCEI, ndr) nel culto di domenica, che noi siamo poco inclini a seguire il messaggio evangelico sul ruolo di dio, bisogna essere capaci di contestualizzare il messaggio di dio. Questo concetto si realizza in qualche modo nelle attività di Mediterranean Hope: esserci con delle proposte che si radicano nel momento in cui vivi, dando un segno. Comprendere il senso nei luoghi in cui chiamiamo a esserci e dal punto di vista evangelico di vivere annunciando la parola di dio: che è liberazione. Dunque questo cerchiamo di tracciare: una strada possibile da seguire. Che è spesso contraria a quello che si pensa, con responsabilità.
“In direzione ostinata e contraria”, si potrebbe dire.
Per approfondire:
che cosa è il Consiglio FCEI: https://www.fcei.it/consiglio/