Roma (NEV), 7 settembre 2023 – “E’ stata una gioia enorme ritrovare mio fratello dopo 46 anni, una gioia che auguro di vivere a tutti quelli che ancora sono alla ricerca dei propri familiari fatti scomparire dalla dittatura”, ha detto Miguel Santucho, El Tano, oggi durante un incontro che si è svolto negli uffici della Tavola valdese a Roma con la responsabile dell’Ufficio Otto per Mille (OPM), Manuela Vinay.
Santucho è il fratello del nipote 133 ritrovato dalle Abuelas de Plaza de Mayo a fine luglio scorso e ha voluto incontrare i responsabili OPM per ringraziare per l’aiuto ricevuto in questi anni grazie al finanziamento che OPM ha dato a progetti a sostegno delle attività delle Abuelas. “E’ anche grazie a questo appoggio che la nostra associazione può continuare a lavorare e cercare memoria, verità e giustizia per i desaparecidos” ha detto.
La storia di Miguel Santucho è simile a quella di circa 500 famiglie vittime del cosiddetto Plan sistematico che, nell’ambito del terrorismo di Stato applicato dall’ultima dittatura civile-militare argentina (1976-1983) che ha fatto 30.000 desaparecidos, ha anche messo in atto una pratica che consisteva nel rapimento, nella sparizione e nell’occultamento dell’identità dei figli dei detenuti-desaparecidos. L’associazione Abuelas de Plaza de Mayo stima in circa 500 il numero di bambini scomparsi in queste circostanze e la cui identità è stata rubata. L’ultimo ritrovato è proprio il fratello di Miguel; la loro storia gira intorno alla figura della loro madre, Cristina Navajas, rapita il 13 luglio del 1976 mentre era incinta di pochi mesi, passata per molti centri di tortura e desaparecida. La ricerca di Cristina, e del figlio che si supponeva fosse nato, è stata portata avanti da Nélida Gómez de Navajas, sua madre, cofondatrice dell’associazione Abuelas e morta nel 2012 senza aver potuto conoscere suo nipote, e Julio Santucho, padre di Miguel e del ragazzo ritrovato. “Per mio padre è stata una gioia immensa poter conoscere questo figlio che, tra l’altro, gli somiglia moltissimo … sentirsi chiamare papà” ha raccontato Miguel che si è intrattenuto a lungo negli uffici OPM e ha trasmesso ai presenti la difficoltà di anni di ricerca ma anche la gioia e la sensazione di forte solidarietà da parte della società argentina che ha vissuto nelle ultime settimane. Solidarietà che sta sperimentando anche in questi giorni a Roma, città dove la sua famiglia ha vissuto l’esilio durante gli anni della dittatura e in cui è cresciuto, dove sono stati invitati, insieme al fratello appena ritrovato, dal sindaco Gualtieri che incontreranno questo pomeriggio.
Manuela Vinay ha espresso la propria “emozione per il lieto finale di questa storia e la soddisfazione di OPM per aver potuto essere al fianco delle Abuelas in una battaglia per la memoria, verità e giustizia. Le chiese protestanti argentine a cui siamo legati hanno svolto un ruolo importante nel movimento per i diritti umani. Come cristiani e cristiane siamo impegnati a lavorare insieme per la trasformazione delle nostre società e per la difesa della vita e della democrazia”.