Roma (NEV), 28 settembre 2023 – Si aggrava la situazione in Nagorno-Karabakh dopo l’annuncio che dal 1° gennaio 2024 la Repubblica non esisterà più.
Secondo le ultime notizie, circa metà della popolazione armena sta fuggendo dalla regione. La Croce rossa ha allestito delle tende a Goris, in Armenia, per far fronte alla situazione. Le strutture sono piene e la gente dorme nelle hall degli alberghi, di notte fa molto freddo e le persone non sanno cosa fare e dove andare. Si parla di circa 65’000 sfollati. Un “esodo biblico“, lo ha definito l’Huffington post.
Il presidente della Repubblica del Nagorno-Karabakh, Shamvel Shamkharyan, ha firmato il decreto di scioglimento delle istituzioni, mentre il conflitto Armenia-Azerbaijan prende la forma di una tragedia umanitaria, come la definisce Giorgio Comai su valigiablu. Nell’articolo, Comai parla anche di ruoli della Russia e dell’Unione Europea.
“Alla popolazione di etnia armena, presente sul territorio, viene consigliato di “esplorare le condizioni di integrazione” offerte dall’Azerbaigian e di prendere una “decisione indipendente e individuale” sulla possibilità di andare via o rimanere nella regione del Nagorno-Karabakh. Al momento non è chiaro se vi sarà davvero una reale possibilità di scelta per gli abitanti della regione e se vi sarà un’amnistia effettiva. Secondo le prime stime, sono decine di migliaia gli armeni in fuga dall’area, sui quali aleggia il rischio della pulizia etnica” scrive Comai.
Solo pochi giorni fa, una delegazione del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) era in visita in Armenia. La delegazione è stata testimone diretta dei bombardamenti delle forze azere a Stepanakert sull’enclave di etnia armena. Guidata dal Segretario generale, pastore Jerry Pillay, la delegazione si trovava al confine, vicino all’ingresso del Corridoio di Lachin, il 19 settembre scorso. “Siamo seriamente preoccupati per il benessere della popolazione della regione dopo mesi di quello che è stato di fatto un blocco delle forniture umanitarie e dei servizi essenziali, aggravato ora dagli impatti della recentissima violenza armata” ha detto Pillay, chiedendo anche “assistenza urgente ai bambini, alle donne e agli uomini della regione”.
La pastora Rita Famos, presidente della Chiesa evangelica riformata svizzera e membro della delegazione del CEC, ha dichiarato: “la comunità internazionale deve monitorare la situazione da vicino per vedere che lo status e l’uguaglianza dei diritti umani della popolazione siano garantiti e che i loro timori non si realizzino”
Per saperne di più:
«L’Arménie a définitivement perdu le Haut-Karabakh» | Réformés.ch (reformes.ch)
L’Azerbaigian occupa il Nagorno-Karabakh – L’analisi di Simone Zoppellaro | Radio RBE