Roma (NEV), 14 dicembre 2023 – Non si vede niente, è buio pesto. In lontananza si percepisce una presenza, una sagoma, qualcosa che si muove. E’ una bicicletta, con sopra una persona, pedala verso di noi. Siamo su una strada della Piana di Gioia Tauro, tra Rosarno e San Ferdinando. Ci sono i campi di lavoro, campi agricoli, dove si coltivano agrumi e altri prodotti. In mezzo ad altri campi, formali e informali, ovvero costruiti oppure “di fortuna”. Significa che ci sono vari posti dove vivono i braccianti agricoli, molte baracche e costruzioni vuote, costruite negli anni e mai aperte. Ci sono palazzine e prefabbricati che dovrebbero ospitare le persone e invece sono chiusi. E cascine occupate, accanto alle quali sorgono poi baracche, tende e accampamenti. Ci sono ghetti, perchè quella è la definizione più accurata. Senza acqua né elettricità.
Il ragazzo viene verso di noi, non si vede pressoché nulla, lo fermiamo e gli diciamo che abbiamo un giaccone da dargli, con degli elementi catarifrangenti, e delle lucine da mettere sulla bicicletta. Prova un cappotto, è della sua taglia. Mi dice, in francese, che lo pagano a cassetta. Un euro e venti a cassetta. Di mandarini, in questo periodo. Non lo so quanto ci si metta a raccogliere mandarini per riempire una cassetta. Non so nemmeno quanto sia faticoso, farlo per almeno otto ore al giorno. Ma so quanto li pago al mercato o al supermercato.
Si chiama Zaccaria, non mi guarda negli occhi mai. Aggiunge che se sei a contratto ti pagano di più: due euro a cassetta. Fa freddo, mi dice che abita li vicino, in uno dei casolari diroccati della zona. E lavora nei campi qui intorno. Ibrahim gli sistema le lucine sulla bici, intanto dall’altra parte della strada vediamo un altro uomo arrivare su una due ruote. Poi ne incontriamo altri. Poi ci fermiamo con Francesco, Miriam e altri volontari che sono a Rosarno in questi giorni, a un incrocio. Arrivano molte più persone. Da quando è ricominciata la stagione agrumicola è la seconda volta che Mediterranean Hope distribuisce luci e giacchetti: si chiama “luci su Rosarno”, questa attività. Si fermano in tanti, decine in meno di un’ora. Chiedono una giacca a vento contro il freddo e dei faretti, qualsiasi cosa che possa servire per essere meno invisibili su queste strade, in questo posto buio.